Cold Comfort Farm
Cold Comfort Farm
Durata
95
Formato
Regista
La giovane Flora (Kate Beckinsale), ben inserita nell'alta società londinese degli anni Trenta, rimane orfana e decide di andare a vivere ospite della fattoria di alcuni parenti, legati al defunto padre da un misterioso debito morale. La differenza con la città è netta, ma la ragazza troverà il modo di migliorare la vita di tutti quelli che la circondano.
John Schlesinger adatta per la televisione un romanzo di Stella Gibbons ma, nonostante l'ambientazione rurale, siamo ben lontani dalla cupa grandeur di Via dalla pazza folla (1967). Un tocco intimista e attento ai personaggi (sfaccettati per quanto non particolarmente originali o complessi), l'ottimo cast e il brio di una Kate Beckinsale capace di non far mai pesare le venature tra lo snob e l'utopistico di Flora, rendono Cold Comfort Farm una commedia decisamente godibile. Pochi campi lunghi, poca natura, tanti dialoghi: si nota la destinazione televisiva del film, che fu in Italia comunque distribuito in sala, ma la regia di Schlesinger si mette bene al servizio di una notevole sceneggiatura (firmata da Malcolm Bradbury). Al cospetto di stereotipi e contrapposizioni di genere forti (il dualismo città-campagna, la dialettica tra l'ambizione personale e il debito verso la famiglia, i riti di passaggio e crescita dell'adolescenza), la narrazione non si ritrova schiacciata ma, anzi, si rafforza e il risultato finale è più che discreto. Ian McKellen è Amos Starkadder, Stephen Fry è Mybug. Musiche di Robert Lockhart.
John Schlesinger adatta per la televisione un romanzo di Stella Gibbons ma, nonostante l'ambientazione rurale, siamo ben lontani dalla cupa grandeur di Via dalla pazza folla (1967). Un tocco intimista e attento ai personaggi (sfaccettati per quanto non particolarmente originali o complessi), l'ottimo cast e il brio di una Kate Beckinsale capace di non far mai pesare le venature tra lo snob e l'utopistico di Flora, rendono Cold Comfort Farm una commedia decisamente godibile. Pochi campi lunghi, poca natura, tanti dialoghi: si nota la destinazione televisiva del film, che fu in Italia comunque distribuito in sala, ma la regia di Schlesinger si mette bene al servizio di una notevole sceneggiatura (firmata da Malcolm Bradbury). Al cospetto di stereotipi e contrapposizioni di genere forti (il dualismo città-campagna, la dialettica tra l'ambizione personale e il debito verso la famiglia, i riti di passaggio e crescita dell'adolescenza), la narrazione non si ritrova schiacciata ma, anzi, si rafforza e il risultato finale è più che discreto. Ian McKellen è Amos Starkadder, Stephen Fry è Mybug. Musiche di Robert Lockhart.