Grattacielo tragico
The Dark Corner
Durata
98
Formato
Regista
Un investigatore privato (Mark Stevens) esce di galera e si ritrova a vivere un incubo a occhi aperti: un uomo misterioso lo pedina costantemente e sotto il suo letto trova il cadavere dell'ex collega che l'aveva spedito dietro le sbarre. Insieme all'aiuto della sua segretaria (Lucille Ball), riesce a scoprire chi c'è dietro tali macchinazioni.
Da un racconto di Leo Rosten, un noir secco ed essenziale diretto da un Henry Hathaway in gran forma. Il regista, perfettamente a suo agio nel genere, firma un prodotto impeccabile, privo di pause e valorizzato dalla raffinata fotografia di Joe MacDonald. Splendido nella prima parte, è un film che lascia esterrefatti per la capacità di trasmettere una suspense palpabile ricorrendo a semplici espedienti visivi e narrativi. Non rimanerne coinvolti è quasi impossibile. Con una certa furbizia, Hathaway e i suoi sceneggiatori si rifanno ad alcuni noir del periodo (il personaggio di Clifton Webb è molto simile a quello da lui interpretato in Vertigine di Otto Preminger di due anni precedente) ma riescono comunque a creare una storia originale, avvincente e dal forte respiro sociologico: si respira, infatti, un clima paranoico, tipico del periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale, in cui il passato è un demone da cui non ci si può ancora liberare. Chi l'ha visto non se lo dimentica facilmente.
Da un racconto di Leo Rosten, un noir secco ed essenziale diretto da un Henry Hathaway in gran forma. Il regista, perfettamente a suo agio nel genere, firma un prodotto impeccabile, privo di pause e valorizzato dalla raffinata fotografia di Joe MacDonald. Splendido nella prima parte, è un film che lascia esterrefatti per la capacità di trasmettere una suspense palpabile ricorrendo a semplici espedienti visivi e narrativi. Non rimanerne coinvolti è quasi impossibile. Con una certa furbizia, Hathaway e i suoi sceneggiatori si rifanno ad alcuni noir del periodo (il personaggio di Clifton Webb è molto simile a quello da lui interpretato in Vertigine di Otto Preminger di due anni precedente) ma riescono comunque a creare una storia originale, avvincente e dal forte respiro sociologico: si respira, infatti, un clima paranoico, tipico del periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale, in cui il passato è un demone da cui non ci si può ancora liberare. Chi l'ha visto non se lo dimentica facilmente.