I quattro figli di Katie Elder
The Sons of Katie Elder
Durata
119
Formato
Regista
Quattro fratelli (John Wayne, Dean Martin, Earl Holliman, Michael Anderson Jr.) tornano a casa per partecipare al funerale della madre, Katie Elder, che hanno trascurato per troppo tempo. Durante i loro giorni insieme proveranno a fare luce sulla morte del padre, avvenuta qualche mese prima, e sulle reali intenzioni di Hastings (James Gregory), potente costruttore che ha acquistato il ranch in cui un tempo vivevano.
Intenso dramma familiare travestito da western, I quattro figli di Katie Elder conferma come uno dei principali interessi di Henry Hathaway sia trattare il rapporto tra genitori e figli. In questo caso, i primi non ci sono più ma le loro presenze aleggiano sulle speranze (e sui rimorsi) dei quattro protagonisti, tutti caratterizzati in maniera diversa l'uno dall'altro: dal carismatico pistolero John (Wayne) al più giovane Bud (Anderson Jr.) che, studiando, potrebbe dare lustro a tutta la famiglia. Solido nella confezione (la fotografia è di Lucien Ballard), è un film che procede un po' a strappi, forte di alcune sequenze toccanti (il funerale iniziale) o divertenti (la scazzottata tra i fratelli) ma vittima di diversi momenti di stanca e di un finale eccessivamente tirato per le lunghe. Dal versante psicologico, però, è fortissimo e capace di far riflettere. Anche il cast è perfetto, così come le appassionanti musiche di Elmer Bernstein. La sequenza introduttiva alla stazione potrebbe aver influenzato Sergio Leone per il celebre incipit di C'era una volta il West (1968).
Intenso dramma familiare travestito da western, I quattro figli di Katie Elder conferma come uno dei principali interessi di Henry Hathaway sia trattare il rapporto tra genitori e figli. In questo caso, i primi non ci sono più ma le loro presenze aleggiano sulle speranze (e sui rimorsi) dei quattro protagonisti, tutti caratterizzati in maniera diversa l'uno dall'altro: dal carismatico pistolero John (Wayne) al più giovane Bud (Anderson Jr.) che, studiando, potrebbe dare lustro a tutta la famiglia. Solido nella confezione (la fotografia è di Lucien Ballard), è un film che procede un po' a strappi, forte di alcune sequenze toccanti (il funerale iniziale) o divertenti (la scazzottata tra i fratelli) ma vittima di diversi momenti di stanca e di un finale eccessivamente tirato per le lunghe. Dal versante psicologico, però, è fortissimo e capace di far riflettere. Anche il cast è perfetto, così come le appassionanti musiche di Elmer Bernstein. La sequenza introduttiva alla stazione potrebbe aver influenzato Sergio Leone per il celebre incipit di C'era una volta il West (1968).