Irréversible
Irréversible
Durata
97
Formato
Regista
Parigi. Dopo che la sua fidanzata Alex (Monica Bellucci) è stata violentata e massacrata in un vicolo, Marcus (Cassel) cerca vendetta, aiutato dall'amico Pierre (Albert Dupontel).
Diventato tristemente celebre per la scena dello stupro ai danni di Monica Bellucci nel tunnel della metropolitana, Irréversible è il film che ha dato notorietà (e il marchio di "autore scandalo") a Gaspar Noé, argentino trapiantato in Francia. Dopo Seul contre tous (1998), Noé capovolge (letteralmente) la struttura del revenge movie, facendo procedere gli eventi a ritroso e depotenziando così ogni identificazione del pubblico con il protagonista. L'obiettivo è quello di raccontare, per l'appunto, l'irreversibilità del tempo e delle scelte che compie l'uomo, ma il regista, provocatore ingordo, schiaccia il film sotto immagini di una violenza tanto estrema quanto gratuita: il risultato è un'opera che trasuda il bisogno di scioccare (che fa rima con sensazionalismo), fallendo miseramente l'obiettivo e risultando invece squallida e patetica. Grande e futile virtuosismo stilistico, sganciato dal racconto e, in fin dei conti, masturbatorio. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Diventato tristemente celebre per la scena dello stupro ai danni di Monica Bellucci nel tunnel della metropolitana, Irréversible è il film che ha dato notorietà (e il marchio di "autore scandalo") a Gaspar Noé, argentino trapiantato in Francia. Dopo Seul contre tous (1998), Noé capovolge (letteralmente) la struttura del revenge movie, facendo procedere gli eventi a ritroso e depotenziando così ogni identificazione del pubblico con il protagonista. L'obiettivo è quello di raccontare, per l'appunto, l'irreversibilità del tempo e delle scelte che compie l'uomo, ma il regista, provocatore ingordo, schiaccia il film sotto immagini di una violenza tanto estrema quanto gratuita: il risultato è un'opera che trasuda il bisogno di scioccare (che fa rima con sensazionalismo), fallendo miseramente l'obiettivo e risultando invece squallida e patetica. Grande e futile virtuosismo stilistico, sganciato dal racconto e, in fin dei conti, masturbatorio. Presentato in concorso al Festival di Cannes.