Il viaggio di Felicia

Felicia (Elaine Cassidy) parte dall'Irlanda in direzione Birmingham, Inghilterra, per ritrovare il fidanzato, padre del bambino che aspetta. Sulla sua strada incontra Joe Hilditch (Bob Hoskins), un proprietario di ristoranti che si offre di aiutarla. Ma l'uomo nasconde un terribile segreto.

Tratta dall'omonimo romanzo di William Trevor, è una delle pellicole più riuscite di Atom Egoyan. La tensione algida, tipica del suo cinema, si sposa perfettamente non solo con i paesaggi nuvolosi del Regno Unito (esaltati dalla fotografia di Paul Sarossy) ma, soprattutto, con una storia che dall'incontro tra due disadattati giunge a focalizzarsi sul personaggio maschile per mostrarne la voragine interiore. Lo stile di Egoyan, pur pescando a piene mani da suggestioni hitchcockiane, preferisce il dramma al thriller: la freddezza chirurgica della messa in scena si traduce in un'attenzione particolare alle interpretazioni, al confronto tra la Cassidy e Hoskins, qui in uno dei ruoli più riusciti della sua carriera. Grazie a lui, il regista riesce a dipingere un “mostro” senza alterare i toni di un racconto malinconico e capace di non andare mai sopra le righe. L'epilogo, forse, non è dei più originali, ma ciò che conta di più sono le notevoli atmosfere e lo splendido ritratto di due solitudini disfunzionali. Presentato in concorso al Festival di Cannes.