Karamazov
The Brothers Karamazov
Durata
145
Formato
Regista
Il dissoluto e alcolizzato proprietario terriero Fëdor Karamazov (Lee J. Cobb) ha quattro figli: Dmitrij (Yul Brynner), ufficiale che del padre pare aver ereditato l'inclinazione ai piaceri; Ivan (Richard Basehart), intellettuale brillante ossessionato dall'assenza di Dio; Alexei (William Shatner), avviato alla carriera ecclesiastica; Smerdjakov (Albert Salmi), figlio illegittimo tenuto in casa come domestico. Quando Fëdor viene trovato ucciso, la colpa ricade su Dmitrij, in competizione con il padre per un'eredità e l'amore della prostituta Grušenka (Maria Schell).
Richard Brooks dirige l'unica versione hollywoodiana di I fratelli Karamazov, ispirandosi al romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij e avvalendosi, per il non facile adattamento, dei fratelli Julius e Philip Epstein, oltre che della star Yul Brynner (ma il ruolo fu offerto a Marlon Brando) nei panni di Mitja, il più "Karamazov” dei fratelli. Una trasposizione piuttosto piatta e innocua, che salva la sinossi ma fallisce anche solo nell'avvicinare la gigantesca profondità dell'ultima opera dell'autore russo. I dialoghi, splendidamente non cinematografici, durante i quali l'ateo Ivan e il pio Alexei si confrontano sulla teodicea e il ruolo del Male nel mondo (emblema di alcune tra le vette più alte della cultura europea) appaiono ben poca cosa nella sceneggiatura del film: ambizioni alte, risultato mediocre. Il cast, comunque, è in discreta forma. Musiche di Bronislau Kaper, fotografia di John Alton.
Richard Brooks dirige l'unica versione hollywoodiana di I fratelli Karamazov, ispirandosi al romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij e avvalendosi, per il non facile adattamento, dei fratelli Julius e Philip Epstein, oltre che della star Yul Brynner (ma il ruolo fu offerto a Marlon Brando) nei panni di Mitja, il più "Karamazov” dei fratelli. Una trasposizione piuttosto piatta e innocua, che salva la sinossi ma fallisce anche solo nell'avvicinare la gigantesca profondità dell'ultima opera dell'autore russo. I dialoghi, splendidamente non cinematografici, durante i quali l'ateo Ivan e il pio Alexei si confrontano sulla teodicea e il ruolo del Male nel mondo (emblema di alcune tra le vette più alte della cultura europea) appaiono ben poca cosa nella sceneggiatura del film: ambizioni alte, risultato mediocre. Il cast, comunque, è in discreta forma. Musiche di Bronislau Kaper, fotografia di John Alton.