La ragazza
Den muso
Durata
88
Formato
Regista
Ténin (Dounamba Dany Coulibaly) si ritrova incinta in seguito a uno stupro. Gli effetti saranno tragici.
Una giovane ragazza muta: è lei che nel potente esordio di Cissé si trova a rappresentare la condizione femminile in un Mali in via di sviluppo ma ancora legato a tradizioni e pregiudizi patriarcali che impediscono alle donne una vera libertà. È un racconto che si fa presto universale, nel suo mostrare giovani in cerca di successo lavorativo e indipendenza da genitori che vorrebbero controllarli e contenerli. La regia di Cissé è ammaliante nel suo riuscire a cogliere, a partire dai dettagli più minuti, significati sempre più ampi: il regista già dimostra uno sguardo ricco di personalità e capace di imporsi non solo nel panorama cinematografico africano, ma in quello mondiale, come dimostrerà il successo dei suoi film successivi. Ma è forse proprio questo suo primo lungometraggio la sua opera migliore, dove Cissé trova il perfetto equilibrio tra realismo di denuncia sociale e visionarietà registica. I primissimi piani che spesso diventano protagonisti della scena sono di grande forza espressiva e riescono a far emergere tutta la complessità di personaggi combattuti e contraddittori. Il coraggio nel raccontare con crudezza e onestà la propria società, costò al regista il carcere e il divieto di proiettare la sua pellicola. Probabilmente nessun premio avrebbe potuto essere più efficace nell’esaltare la pregnanza del film.
Una giovane ragazza muta: è lei che nel potente esordio di Cissé si trova a rappresentare la condizione femminile in un Mali in via di sviluppo ma ancora legato a tradizioni e pregiudizi patriarcali che impediscono alle donne una vera libertà. È un racconto che si fa presto universale, nel suo mostrare giovani in cerca di successo lavorativo e indipendenza da genitori che vorrebbero controllarli e contenerli. La regia di Cissé è ammaliante nel suo riuscire a cogliere, a partire dai dettagli più minuti, significati sempre più ampi: il regista già dimostra uno sguardo ricco di personalità e capace di imporsi non solo nel panorama cinematografico africano, ma in quello mondiale, come dimostrerà il successo dei suoi film successivi. Ma è forse proprio questo suo primo lungometraggio la sua opera migliore, dove Cissé trova il perfetto equilibrio tra realismo di denuncia sociale e visionarietà registica. I primissimi piani che spesso diventano protagonisti della scena sono di grande forza espressiva e riescono a far emergere tutta la complessità di personaggi combattuti e contraddittori. Il coraggio nel raccontare con crudezza e onestà la propria società, costò al regista il carcere e il divieto di proiettare la sua pellicola. Probabilmente nessun premio avrebbe potuto essere più efficace nell’esaltare la pregnanza del film.