Ultimi mesi della Prima guerra mondiale. Un soldato come tanti (Gustav Diessl) è costretto a subire gli orrori del conflitto bellico. Vede i suoi compagni cadere e, una volta tornato a casa, scopre sua moglie (Hanna Hoessrich) a letto con un altro. Prima di morire saprà perdonarla.

Film fortemente pacifista e antimilitarista, in cui Pabst denuncia gli orrori della guerra utilizzando un registro realistico e simbolico al tempo stesso. Il regista passa efficacemente dai campi medi ai primi piani, e sa come far crescere il coinvolgimento emotivo, riuscendo a colpire nel segno. Ci sono però dei limiti in una narrazione che finisce per risultare fin troppo ricattatoria e vicina al cosiddetto “cinema del dolore”. Le disgrazie che capitano al protagonista sono infinite, probabilmente troppe, ma Pabst riesce comunque a tenere la sua pellicola su un discreto livello grazie alla sua maestria tecnica e a un paio di guizzi più che significativi: tra questi la chiusura, con la scritta “fine” che, nella versione originale, era accompagnata da un punto interrogativo. Il regista ha chiesto molto al suo attore Gustav Diessl, che non ha deluso le aspettative.
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