
I maledetti
Les Maudits
Durata
105
Formato
Regista
A Oslo, nell'aprile del 1945, alcuni nazisti e collaborazionisti di vari paesi, ormai consapevoli dell'imminente disfatta di Hitler, decidono di organizzare una fuga in Sud America con un sottomarino e rapiscono un dottore francese (Henri Vidal). La lunga traversata fa crescere la tensione tra i viaggiatori, scatenando intrighi, paure e diffidenze reciproche che porteranno alla tragedia.
La Seconda guerra mondiale raccontata in forma di kammerspiel claustrofobico, tutto ambientato all'interno di un sottomarino e costruito come un progressivo gioco al massacro in cui la bestialità umana si rivela in tutta la sua virulenza. Una carrellata di personaggi abietti o, nella migliore della ipotesi, meschini che serve al regista per descrivere un mondo destinato a implodere, collassato su se stesso, dilaniato da un profondo odio verso l'altro e da un istinto primordiale di sopravvivenza che non può prescindere dalla prevaricazione. Il risultato è un impietoso ritratto della crudeltà umana nelle sue forme più spregevoli, a tratti troppo didascalico, ma comunque efficace e inquietante. Grande prova di tutto il cast e notevole la fotografia di Henri Alekan, abile nel giocare con luci e ombre all'interno di uno spazio ristretto da cui i protagonisti non escono mai per tutta la durata del film. Sceneggiatura dello stesso Clément, curata con Jacques Rèmy e Henri Jeanson su soggetto di Jacques Companeez e Victor Alexandrov.
La Seconda guerra mondiale raccontata in forma di kammerspiel claustrofobico, tutto ambientato all'interno di un sottomarino e costruito come un progressivo gioco al massacro in cui la bestialità umana si rivela in tutta la sua virulenza. Una carrellata di personaggi abietti o, nella migliore della ipotesi, meschini che serve al regista per descrivere un mondo destinato a implodere, collassato su se stesso, dilaniato da un profondo odio verso l'altro e da un istinto primordiale di sopravvivenza che non può prescindere dalla prevaricazione. Il risultato è un impietoso ritratto della crudeltà umana nelle sue forme più spregevoli, a tratti troppo didascalico, ma comunque efficace e inquietante. Grande prova di tutto il cast e notevole la fotografia di Henri Alekan, abile nel giocare con luci e ombre all'interno di uno spazio ristretto da cui i protagonisti non escono mai per tutta la durata del film. Sceneggiatura dello stesso Clément, curata con Jacques Rèmy e Henri Jeanson su soggetto di Jacques Companeez e Victor Alexandrov.