La corsa della lepre attraverso i campi
La course du lievre a travers les champs
Durata
135
Formato
Regista
Testimone di un delitto, il francese Tony (Jean-Louis Trintignant) riceve in consegna una grossa somma dalla vittima moribonda e scappa. Braccato dagli zingari autori dell'omicidio, Tony (che ha alle spalle un oscuro passato) trova rifugio presso il covo di una banda di criminali capitanata dall'anziano Charlie (Robert Ryan) che ribattezza l'ospite con il nome di Froggy e lo accoglie sotto la sua ala protettrice.
Curioso noir che mischia numerosi registri, passando in scioltezza dalla commedia al thriller, dal dramma psicologico all'action, spesso discontinuo e un po' compiaciuto ma sicuramente godibile sia per la sua eccentricità esibita e spiazzante sia per l'impossibilità di classificare una produzione così libera, frenetica, feconda e decisamente originale. Ne risulta un divertissement confezionato impeccabilmente, con punte di manierismo mai prevaricanti, complesso e affascinante. Certo l'inusitata durata non aiuta a tenere sempre alta l'attenzione e alcuni flashback appaiono tutto sommato pretestuosi, ma non si può non restare ammagliati dalla gioia di fare cinema di un regista qui alla sua penultima opera, vitalissimo narratore che non disdegna l'humor nero e il gusto per il macabro tra il serio e il faceto. Buona la prova dell'eterogeneo cast guidato da un ottimo Jean-Louis Trintignant. Nel film appare, non accreditata, una giovanissima Emmanuelle Béart nel ruolo di un bambino.
Curioso noir che mischia numerosi registri, passando in scioltezza dalla commedia al thriller, dal dramma psicologico all'action, spesso discontinuo e un po' compiaciuto ma sicuramente godibile sia per la sua eccentricità esibita e spiazzante sia per l'impossibilità di classificare una produzione così libera, frenetica, feconda e decisamente originale. Ne risulta un divertissement confezionato impeccabilmente, con punte di manierismo mai prevaricanti, complesso e affascinante. Certo l'inusitata durata non aiuta a tenere sempre alta l'attenzione e alcuni flashback appaiono tutto sommato pretestuosi, ma non si può non restare ammagliati dalla gioia di fare cinema di un regista qui alla sua penultima opera, vitalissimo narratore che non disdegna l'humor nero e il gusto per il macabro tra il serio e il faceto. Buona la prova dell'eterogeneo cast guidato da un ottimo Jean-Louis Trintignant. Nel film appare, non accreditata, una giovanissima Emmanuelle Béart nel ruolo di un bambino.