1964: Allarme a New York arrivano i Beatles
I Wanna Hold Your Hand
Durata
104
Formato
Regista
New York, 1964: i Beatles stanno per esibirsi in città, provocando eccitazione ed entusiasmo nei loro fan americani. Quattro ragazze partono dal New Jersey con un piano per aggirare i controlli della sicurezza ed entrare nell'hotel dove alloggia la band.
L'esordio di Robert Zemeckis è una commedia generazionale a sfondo musicale, come fu l'American Graffiti partorito da George Lucas nel 1973: immutati sono la costruzione dell'epica di una generazione e il buon ritmo della regia nel fotografare sogni, prassi e passioni di un'intera generazione. In questo caso si tratta di un'operazione più scanzonata, dove a essere vincente è il rapporto tra i dialoghi e le musiche, vera chiave di volta di un film ben organizzato e ancor meglio dosato. Il fascino della colonna sonora dei Beatles è innegabile (questo è l'unico film in cui il regista non collabora con Alan Silvestri) e il motore di tutta la storia è proprio l'amore fanatico per la mitica band, una spinta propulsiva dalla quale il film trae tutta la sua forza in termini di operosità e passione, di coinvolgimento e brio. Per gli appassionati del regista, è un degno e gradevole antipasto dello Zemeckis che verrà, che pur non raggiungendo nessuna vetta dal punto di vista cinematografico e senza ostentare alcuna originalità particolare è anche un documento d'epoca discretamente prezioso.
L'esordio di Robert Zemeckis è una commedia generazionale a sfondo musicale, come fu l'American Graffiti partorito da George Lucas nel 1973: immutati sono la costruzione dell'epica di una generazione e il buon ritmo della regia nel fotografare sogni, prassi e passioni di un'intera generazione. In questo caso si tratta di un'operazione più scanzonata, dove a essere vincente è il rapporto tra i dialoghi e le musiche, vera chiave di volta di un film ben organizzato e ancor meglio dosato. Il fascino della colonna sonora dei Beatles è innegabile (questo è l'unico film in cui il regista non collabora con Alan Silvestri) e il motore di tutta la storia è proprio l'amore fanatico per la mitica band, una spinta propulsiva dalla quale il film trae tutta la sua forza in termini di operosità e passione, di coinvolgimento e brio. Per gli appassionati del regista, è un degno e gradevole antipasto dello Zemeckis che verrà, che pur non raggiungendo nessuna vetta dal punto di vista cinematografico e senza ostentare alcuna originalità particolare è anche un documento d'epoca discretamente prezioso.