Non ti pago!
Durata
72
Formato
Regista
Ferdinando Quagliulo (Eduardo De Filippo), gestore di banco lotto, sperpera il suo denaro giocando ma senza mai vincere nulla. Al contrario, il suo dipendente Procopio Bertolini (Peppino De Filippo) azzecca continuamente ambi e terni. L'invidia di Ferdinando si trasforma in furia alla notizia che Bertolini ha vinto una quaterna con i numeri datigli in sogno da suo padre. Con un pretesto, l'uomo sottrae il biglietto al vincitore e ne rivendica la proprietà.
Adattamento cinematografico dell'omonimo testo teatrale di Eduardo De Filippo, definito dallo stesso autore «una commedia molto comica, la più tragica che abbia mai scritto». Dietro la facciata della farsa, infatti, si nasconde un impietoso affresco su un'umanità avida e disperata che cerca di riscattare frustrazioni e delusioni attraverso il gioco, la superstizione e l'utopia di un successo facile. Ma la messa in scena di Carlo Ludovico Bragaglia è fiacca e appiattisce le potenzialità del materiale di partenza, riducendo il tutto a una professionale ma semplicistica illustrazione che si pone al servizio del talento istrionico dei fratelli De Filippo, qui in grande spolvero. Un prodotto sostanzialmente anonimo, rivitalizzato da un'unica (geniale) intuizione, quella della maledizione che Ferdinando lancia contro Bertolini, augurandogli ogni tipo di incidente e disgrazia (che puntualmente si verificano) qualora il sottoposto si decidesse a ritirare la somma vincente del biglietto. Una svolta che nel testo originario non era prevista, ma che piacque talmente tanto a Eduardo da portarlo a modificare il terzo atto della sua pièce: una scelta non condivisa da Peppino e che si rivelò ulteriore elemento di tensione tra i due fratelli, ormai prossimi a sciogliere la loro compagnia teatrale.
Adattamento cinematografico dell'omonimo testo teatrale di Eduardo De Filippo, definito dallo stesso autore «una commedia molto comica, la più tragica che abbia mai scritto». Dietro la facciata della farsa, infatti, si nasconde un impietoso affresco su un'umanità avida e disperata che cerca di riscattare frustrazioni e delusioni attraverso il gioco, la superstizione e l'utopia di un successo facile. Ma la messa in scena di Carlo Ludovico Bragaglia è fiacca e appiattisce le potenzialità del materiale di partenza, riducendo il tutto a una professionale ma semplicistica illustrazione che si pone al servizio del talento istrionico dei fratelli De Filippo, qui in grande spolvero. Un prodotto sostanzialmente anonimo, rivitalizzato da un'unica (geniale) intuizione, quella della maledizione che Ferdinando lancia contro Bertolini, augurandogli ogni tipo di incidente e disgrazia (che puntualmente si verificano) qualora il sottoposto si decidesse a ritirare la somma vincente del biglietto. Una svolta che nel testo originario non era prevista, ma che piacque talmente tanto a Eduardo da portarlo a modificare il terzo atto della sua pièce: una scelta non condivisa da Peppino e che si rivelò ulteriore elemento di tensione tra i due fratelli, ormai prossimi a sciogliere la loro compagnia teatrale.