Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?
Durata
92
Formato
Regista
In un lussuoso stabile del cento di Genova un maniaco omicida dissemina il panico, uccidendo giovani modelle con i metodi più efferati. La bella Jennifer (Edwige Fenech), da poco trasferitasi nel palazzo con l'amica Marylin (Paola Quattrini), vede sempre più in pericolo la propria vita.
Tra i più compiuti e meno effettistici thriller che imposero il filone del "giallo all'italiana" come un fenomeno di culto anche al di fuori del territorio nazionale, trovando numerosi estimatori nei paesi anglofoni. L'atmosfera ricca di suspense funziona e l'ambientazione presenta più di un'intuizione azzeccata (le geometrie del palazzo, gli ambigui condomini, il taglio onirico dei flashback) ma l'intreccio, quasi elementare, percorre sentieri già battuti numerose volte nel genere. Grandangoli deformanti, montaggio serrato e artigianali virtuosismi con la camera a mano contribuiscono a conferire un efficace senso di inquietudine alla vicenda. L'erotismo patinato, per una volta, risulta pertinente. Il colpo di scena finale svela l'immancabile trauma che spinge l'assassino (in guanti, impermeabile scuro e volto coperto) a voler sterminare il genere femminile. Edwige Fenech bellissima, Oreste Lionello simpatico nei panni della checca sopra le righe. Suggestiva colonna sonora di Bruno Nicolai, fotografia di Stelvio Massi. Il regista si è firmato con lo pseudonimo Anthony Ascott.
Tra i più compiuti e meno effettistici thriller che imposero il filone del "giallo all'italiana" come un fenomeno di culto anche al di fuori del territorio nazionale, trovando numerosi estimatori nei paesi anglofoni. L'atmosfera ricca di suspense funziona e l'ambientazione presenta più di un'intuizione azzeccata (le geometrie del palazzo, gli ambigui condomini, il taglio onirico dei flashback) ma l'intreccio, quasi elementare, percorre sentieri già battuti numerose volte nel genere. Grandangoli deformanti, montaggio serrato e artigianali virtuosismi con la camera a mano contribuiscono a conferire un efficace senso di inquietudine alla vicenda. L'erotismo patinato, per una volta, risulta pertinente. Il colpo di scena finale svela l'immancabile trauma che spinge l'assassino (in guanti, impermeabile scuro e volto coperto) a voler sterminare il genere femminile. Edwige Fenech bellissima, Oreste Lionello simpatico nei panni della checca sopra le righe. Suggestiva colonna sonora di Bruno Nicolai, fotografia di Stelvio Massi. Il regista si è firmato con lo pseudonimo Anthony Ascott.