Nel mondo del futuro, i combattimenti non coinvolgono più umani, ma robot, così Charlie (Hugh Jackman), ex pugile, ha ripiegato sulla gestione di uno loro in incontri clandestini. Quando il tribunale lo chiama per prendersi cura del figlioletto sconosciuto (Dakota Goyo), l'uomo proverà a volgere la situazione a suo favore, ma a poco a poco si affezionerà al ragazzo.

Il mondo del pugilato ha spesso affascinato il cinema, che si è più volte concentrato su protagonisti in declino alla ricerca di un riscatto: questo lungometraggio non fa eccezione, riprendendo lo schema preposto, cui aggiunge il rapporto tra un padre snaturato e un figlio sveglio e scontroso. La miscela potrebbe anche intrigare, ma non si può dire ben amalgamata: le risoluzioni narrative, specie quelle legate alla parte sentimentale del racconto, sono banali e melense, facendo perdere valore alle scene più riuscite (i combattimenti, in primis). I personaggi non hanno originalità né spessore e alla lunga annoiano: il film ne esce insufficiente e insipido, con l'immancabile dose di buoni sentimenti e retorica.
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