La rosa di Bagdad
Durata
76
Regista
Zeila, nipote del califfo di Bagdad, è una ragazza affascinante. Il malvagio sceicco del paese confinante, Jafar, la chiede in sposa con l'intento di uccidere il nonno della giovane e appropriarsi del regno. Attraverso la magia, Jafar elimina tutti gli altri avversari. Amin, giovane amico di Zeila, intuisce il pericolo e, grazie alla lampada di Aladino, riesce a salvare la ragazza.
Anton Gino Domenighini prova a rispondere ai cartoon americani con un piccolo film che condivide il primato dell'utilizzo del Technicolor in Italia con un'altra pellicola d'animazione: I fratelli Dinamite di Nino Pagot, anch'essa del 1949. Evidente lo studio che Domenighini ha compiuto sul primo lungometraggio Disney Biancaneve e i sette nani (1937): Zeila ha lo stesso fascino della principessa disneyana, con il suo modo di porsi amorevole e la voce di una soavità ipnotica. I tre saggi aiutanti del califfo molto hanno a che spartire con i sette nani, così come la gazza Kalimà nulla ha da invidiare agli animaletti antropomorfizzati del celebre film d'animazione a stelle e strisce. Pur nei limiti di una produzione più artigianale e meno esperta di quella americana, la pellicola risulta delicata nelle linee e nei colori. La trama, non sempre incisiva, spesso ricorre alla voce fuori campo, che a volte appesantisce un po' la narrazione. Ma nel complesso il film scorre piacevole, alleggerito dalla presenza delle riuscite gag dei tre sapienti. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ottenne il primo premio nella sezione “film per ragazzi”. Una curiosità: esportato all'estero, in Inghilterra, la principessa Zeila venne doppiata dall'allora diciassettenne Julie Andrews. Musiche di Riccardo Pick Mangianelli.
Anton Gino Domenighini prova a rispondere ai cartoon americani con un piccolo film che condivide il primato dell'utilizzo del Technicolor in Italia con un'altra pellicola d'animazione: I fratelli Dinamite di Nino Pagot, anch'essa del 1949. Evidente lo studio che Domenighini ha compiuto sul primo lungometraggio Disney Biancaneve e i sette nani (1937): Zeila ha lo stesso fascino della principessa disneyana, con il suo modo di porsi amorevole e la voce di una soavità ipnotica. I tre saggi aiutanti del califfo molto hanno a che spartire con i sette nani, così come la gazza Kalimà nulla ha da invidiare agli animaletti antropomorfizzati del celebre film d'animazione a stelle e strisce. Pur nei limiti di una produzione più artigianale e meno esperta di quella americana, la pellicola risulta delicata nelle linee e nei colori. La trama, non sempre incisiva, spesso ricorre alla voce fuori campo, che a volte appesantisce un po' la narrazione. Ma nel complesso il film scorre piacevole, alleggerito dalla presenza delle riuscite gag dei tre sapienti. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ottenne il primo premio nella sezione “film per ragazzi”. Una curiosità: esportato all'estero, in Inghilterra, la principessa Zeila venne doppiata dall'allora diciassettenne Julie Andrews. Musiche di Riccardo Pick Mangianelli.