Strade violente
Thief
Durata
122
Formato
Regista
Dopo aver passato undici anni in galera, lo scassinatore Frank (James Caan) desidera uscire definitivamente dal giro e sistemarsi con Jessie (Tuesday Weld), la donna che ama. Frank decide allora di partecipare a un ultimo grande colpo, ingaggiato da un'organizzazione criminale. Al momento di riscuotere la sua parte, però, si scontra con il doppiogiochista Leo (Robert Prosky) e si rende conto che per lui sarà impossibile rifarsi una vita.
Esordio cinematografico di Michael Mann (già autore nel 1979 del film TV La corsa di Jericho), Strade violente è un noir metropolitano e crepuscolare dai ritmi serratissimi e dall'ammaliante atmosfera notturna. Film gestito con notevole rigore formale e una tendenza allo sperimentalismo che accompagnerà tutta la filmografia manniana successiva, con suggestive soluzioni visive e complessi movimenti di macchina. In questo caso la narrazione è caratterizzata da una frammentazione del flusso temporale sorprendente e inconsueta, ritmi dilatanti e scoppi improvvisi di violenza brutale. Il personaggio interpretato mirabilmente da James Cann incarna il prototipo dell'antieroe che sarà ricorrente nei film successivi del regista di Chicago: un uomo solitario e schivo, utopicamente sentimentale, consapevole del destino di sconfitta che lo attende ma non per questo restio all'azione, determinato e al contempo disilluso. Peccato solo per una parte centrale un po' macchinosa comunque riscattata da un finale a dir poco straordinario. Da applausi la prova di Cann. La sceneggiatura del film è basata sul romanzo The Home Invaders di Frank Hohimer. Notevole il contributo di Donald Thorin (fotografia) e dei Tangerine Dream (colonna sonora).
Esordio cinematografico di Michael Mann (già autore nel 1979 del film TV La corsa di Jericho), Strade violente è un noir metropolitano e crepuscolare dai ritmi serratissimi e dall'ammaliante atmosfera notturna. Film gestito con notevole rigore formale e una tendenza allo sperimentalismo che accompagnerà tutta la filmografia manniana successiva, con suggestive soluzioni visive e complessi movimenti di macchina. In questo caso la narrazione è caratterizzata da una frammentazione del flusso temporale sorprendente e inconsueta, ritmi dilatanti e scoppi improvvisi di violenza brutale. Il personaggio interpretato mirabilmente da James Cann incarna il prototipo dell'antieroe che sarà ricorrente nei film successivi del regista di Chicago: un uomo solitario e schivo, utopicamente sentimentale, consapevole del destino di sconfitta che lo attende ma non per questo restio all'azione, determinato e al contempo disilluso. Peccato solo per una parte centrale un po' macchinosa comunque riscattata da un finale a dir poco straordinario. Da applausi la prova di Cann. La sceneggiatura del film è basata sul romanzo The Home Invaders di Frank Hohimer. Notevole il contributo di Donald Thorin (fotografia) e dei Tangerine Dream (colonna sonora).