Tuta blu
Blue Collar
Durata
114
Formato
Regista
Detroit. Tre operai di una fabbrica di automobili, due di colore – Zeke (Richard Pryor) e Smokey (Yaphet Kotto) – e un bianco di nome Jerry (Harvey Keitel), già amareggiati dalle dure condizioni di lavoro, scoprono un traffico illegale di denaro da parte dei sindacalisti, i quali dovrebbero invece tutelare i lavoratori. Si esporranno oltre il limite consentito e ne pagheranno le conseguenze.
Esordio alla regia di Paul Schrader (qui anche sceneggiatore insieme al fratello Leonard), Tuta blu è un ruvido apologo di impegno civile che cerca di scendere nei meandri del disagio e del ribellismo latente della classe operaia, simbolo evidente di un malessere ben più ampio ed esteso di un'America ferita e vista dal basso. Il sano cameratismo che segna il rapporto tra i tre protagonisti, disillusi compagni di bevute al pub provati da una grigia esistenza, deflagra nel tentativo di un riscatto sociale (individuale e collettivo) impossibile. Molto buona l'ambientazione in fabbrica nei sobborghi di provincia, meno convincenti le dinamiche attraverso le quali Schrader cerca di veicolare un controverso senso di giustizia. Bella caratterizzazione dei personaggi, che culmina con un fermo immagine finale dai molteplici significati metaforici. «Mettono i vecchi contro i ragazzi, gli anziani contro i nuovi, i negri contro i bianchi. Fanno qualsiasi cosa per tenerci alla catena». Le tensioni sul set provocarono un pesante esaurimento a Schrader che ha rischiato di compromettere la sua successiva carriera cinematografica.
Esordio alla regia di Paul Schrader (qui anche sceneggiatore insieme al fratello Leonard), Tuta blu è un ruvido apologo di impegno civile che cerca di scendere nei meandri del disagio e del ribellismo latente della classe operaia, simbolo evidente di un malessere ben più ampio ed esteso di un'America ferita e vista dal basso. Il sano cameratismo che segna il rapporto tra i tre protagonisti, disillusi compagni di bevute al pub provati da una grigia esistenza, deflagra nel tentativo di un riscatto sociale (individuale e collettivo) impossibile. Molto buona l'ambientazione in fabbrica nei sobborghi di provincia, meno convincenti le dinamiche attraverso le quali Schrader cerca di veicolare un controverso senso di giustizia. Bella caratterizzazione dei personaggi, che culmina con un fermo immagine finale dai molteplici significati metaforici. «Mettono i vecchi contro i ragazzi, gli anziani contro i nuovi, i negri contro i bianchi. Fanno qualsiasi cosa per tenerci alla catena». Le tensioni sul set provocarono un pesante esaurimento a Schrader che ha rischiato di compromettere la sua successiva carriera cinematografica.