Mishima – Una vita in quattro capitoli

Mishima: A Life in Four Chapters

Anno

Paese

Durata

121

Regista

Tokyo, 1970. Prima di togliersi la vita durante l'occupazione del Ministero della difesa, come gesto simbolico in difesa degli antichi valori di un Giappone corrotto dalla deriva capitalistica, lo scrittore, poeta, regista e nazionalista Yukio Mishima (Ken Ogata) ricorda alcune tappe fondamentali della sua vita. La sua complessa personalità viene completata dalla rappresentazione di tre suoi romanzi: Il padiglione d'oro, La casa di KyÅko e Cavalli in fuga.

Bellezza, Arte, Azione e Armonia della penna e della spada: sono i quattro capitoli che racchiudono un'opera di grande suggestione, capace di unire la sfuggente solennità della cultura orientale e il senso plastico dello spettacolo di un Paul Schrader (anche sceneggiatore, insieme al fratello Leonard) all'apice della sua capacità di astrazione. Un percorso rituale, onirico e immaginifico, tanto rigoroso nella costruzione drammaturgica quanto sbalorditivo nella ricerca visiva. Raffinate soluzioni di montaggio che armonizzano tre piani narrativi (con il passato girato in b/n), uso espressivo del colore e composizione pittorica dell'inquadratura (con l'omaggio al San Sebastiano di Guido Reni) concorrono a creare una splendida parabola umana sulla forza dell'immaginazione, il desiderio di liberazione (interiore), la paura di se stessi, la ricerca assoluta di conoscenza, il potere della parola, il rifiuto della modernità, il ruolo dell'artista. Conservatore decadente e tormentato, Mishima (1925-1970), esteta e martire della patria senza speranza, ha il fascino magnetico di un genio incompreso destinato all'autodistruzione. «La determinazione di un uomo di farsi bello è sempre un desiderio di morte». Finale di rara bellezza, in cui il seppuku del protagonista congiunge realtà e finzione nel disperato tentativo di unire Arte e Vita. Francis Ford Coppola e George Lucas produttori esecutivi. Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove John Bailey (fotografia), Eiko Ishioka (scenografia) e Philip Glass (colonna sonora) ottennero un meritatissimo Premio per il miglior contributo artistico.
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