L'uomo venuto da lontano
An American Romance
Durata
151
Formato
Regista
Arrivato negli Stati Uniti dall'Europa, il volenteroso Steve (Brian Donlevy) inizia a lavorare come minatore, ma finisce – grazie alla sua forza d'animo – a possedere un'industria automobilistica da lui stesso fondata. Con il figlio (Horace McNally), però, ha un rapporto controverso, dato che quest'ultimo si mette costantemente dalla parte degli operai e dei loro diritti sindacali.
Dopo essere rimasto tre anni lontano dal cinema a causa della guerra, King Vidor sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori, firmando un dramma sociale impegnato un po' fuori tempo massimo, poco originale e privo di riflessioni degne di nota. Il percorso del protagonista, capace di far diventare realtà il sogno americano, risulta un po' artificioso, mentre ben più interessante è il rapporto tra lo stesso e il figlio, politicamente vicino ai lavoratori e distante dal “padre-padrone”. Efficace solo a tratti (nelle prime battute, oltre che nei dialoghi tra i due personaggi principali), è un film che soffre inoltre di un'eccessiva prolissità e di un cast non troppo intenso.
Dopo essere rimasto tre anni lontano dal cinema a causa della guerra, King Vidor sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori, firmando un dramma sociale impegnato un po' fuori tempo massimo, poco originale e privo di riflessioni degne di nota. Il percorso del protagonista, capace di far diventare realtà il sogno americano, risulta un po' artificioso, mentre ben più interessante è il rapporto tra lo stesso e il figlio, politicamente vicino ai lavoratori e distante dal “padre-padrone”. Efficace solo a tratti (nelle prime battute, oltre che nei dialoghi tra i due personaggi principali), è un film che soffre inoltre di un'eccessiva prolissità e di un cast non troppo intenso.