
Vamos a matar, compañeros
Durata
118
Formato
Regista
Messico, inizi del Novecento. In piena rivoluzione, il venditore di armi svedese Yodlaf Peterson (Franco Nero) e il contadino ribelle El Vasco (Tomas Milian) uniscono a malincuore le forze per far evadere il professor Xantos (Fernando Rey), custode della combinazione di una cassaforte. I loro nemici sono l'esercito statunitense e il vendicativo pistolero John (Jack Palance).
Coralità e incisivo messaggio politico sono i punti di forza di questo ingenuo ma avventuroso spaghetti western, con il quale il regista Sergio Corbucci prosegue il proprio personale percorso all'interno del genere dopo il violento e malinconico Django (1966) e l'originale e crepuscolare Il grande silenzio (1968). Fondato sul dualismo tra Franco Nero e Tomas Milian, qui al loro primo e unico film condiviso, Vamos a matar, compañeros è una sorta di ode alla rivoluzione popolare, riflesso del clima politico-sociale dell'epoca, metaforizzato attraverso gli stereotipi di ambientazioni e caratterizzazioni. Forte di un buon cast e di un'efficace colonna sonora firmata da Ennio Morricone, il film è apprezzabile nonostante l'eccessiva durata e la conseguente diluizione delle poche idee su cui si basa la sceneggiatura. Recuperabile dagli appassionati del genere e nobilitato dall'inclusione nella retrospettiva dedicata al western all'italiana, tenutasi nel 2007 alla 64ª Mostra del cinema di Venezia. Scritto dal regista con Arduino Maiuri, Massimo De Rita e Fritz Ebert.
Coralità e incisivo messaggio politico sono i punti di forza di questo ingenuo ma avventuroso spaghetti western, con il quale il regista Sergio Corbucci prosegue il proprio personale percorso all'interno del genere dopo il violento e malinconico Django (1966) e l'originale e crepuscolare Il grande silenzio (1968). Fondato sul dualismo tra Franco Nero e Tomas Milian, qui al loro primo e unico film condiviso, Vamos a matar, compañeros è una sorta di ode alla rivoluzione popolare, riflesso del clima politico-sociale dell'epoca, metaforizzato attraverso gli stereotipi di ambientazioni e caratterizzazioni. Forte di un buon cast e di un'efficace colonna sonora firmata da Ennio Morricone, il film è apprezzabile nonostante l'eccessiva durata e la conseguente diluizione delle poche idee su cui si basa la sceneggiatura. Recuperabile dagli appassionati del genere e nobilitato dall'inclusione nella retrospettiva dedicata al western all'italiana, tenutasi nel 2007 alla 64ª Mostra del cinema di Venezia. Scritto dal regista con Arduino Maiuri, Massimo De Rita e Fritz Ebert.