La conversazione
The Conversation
1974
Paese
Usa
Generi
Thriller, Drammatico
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Francis Ford Coppola
Attori
Gene Hackman
John Cazale
Allen Garfield
Frederick Forrest
Cindy Williams
Harrison Ford
Elizabeth Macrae
Robert Duvall

Freddo e maniacale investigatore privato esperto in intercettazioni, Harry Caul (Gene Hackman) scopre di essere in possesso di una conversazione che potrebbe costare la vita alla coppia su cui sta indagando. Questo evento distruggerà le sue certezze e, forse, anche la sua lucidità mentale. Presto Harry, infatti, si convincerà di essere spiato a sua volta.

Girato tra Il padrino (1972) e Il padrino – Parte II (1974), insieme ai due capitoli sulla famiglia Corleone e al successivo Apocalypse Now (1979) è il film che va a completare il quartetto di opere monumentali degli anni ‘70 firmate da Francis Ford Coppola e che garantiranno al cineasta italoamericano un posto d'onore nella storia della settima arte. Attraverso un uso geniale dello spazio scenico, il regista (anche sceneggiatore) mette in scena una sorta di incubo a occhi aperti, claustrofobico e ansiogeno, sostanzialmente ambientato in tre soli luoghi (l'ufficio bunker di Caul, la piazza dove avviene la conversazione e il grattacielo dove il lavoro viene commissionato). Scandito dall'ossessiva ripetizione delle voci impresse sul nastro registrato, il film di Coppola, più che la storia della scoperta della propria coscienza da parte di una spia, è una rappresentazione cupa e graffiante della condizione dell'uomo moderno, stritolato dalla tecnologia (al tempo analogica) e privato di ogni forma di intimità. Incorniciato da due sequenze strabilianti (la prima conversazione "rubata" e lo straziante e disperato finale), è uno dei (grandi) film che meglio raccontano il clima di paranoia dell'America post Watergate. Superbo Gene Hackman, grigio burocrate dello spionaggio senza una vita, allo stesso tempo vittima e sfruttatore della tecnologia a sua disposizione. Impressionante il lavoro effettuato dal direttore del suono (nonché montatore del film) Walter Murch. Chiari i rimandi a Blow-Up (1966) di Antonioni e a Il lupo della steppa di Herman Hesse. Palma d'oro al Festival di Cannes e tre nomination all'Oscar (miglior film, miglior sceneggiatura originale, miglior sonoro) ma nessuna statuetta vinta.

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