Il prodigio
The Wonder
2022
Netflix
Paesi
Irlanda, Gran Bretagna, Usa
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Sebastián Lelio
Attori
Florence Pugh
Kíla Lord Cassidy
Tom Burke
Niamh Algar
Elaine Cassidy
Toby Jones
Ciarán Hinds
1862, a tredicianni anni dalla Grande Carestia l’infermiera inglese Lib Wright (Florence Pugh) è chiamata nelle Midlands irlandesi per condurre un esame di quindici giorni su una appartenente a una comunità di devoti. Anna O’Donnell (Kíla Lord Cassidy) è una ragazzina di undici anni che afferma di non aver mangiato per quattro mesi, sopravvivendo miracolosamente grazie alla provvidenza divina. Mentre le condizioni di salute di Anna peggiorano rapidamente, Lib è determinata a scoprire la verità, sfidando la fede di una comunità che preferirebbe rimanere credente.
A quattro anni di distanza da Gloria Bell (2018), il cineasta cileno Sebastián Lelio dirige un dramma in costume dalle sfumature mystery basato sull’omonima novella di Emma Donoghue, che ha contribuito di persona all’adattamento. Come nel di poco successivo Gli spiriti dell’isola (2022) di Martin McDonagh, i paesaggi irlandesi fanno da sfondo ideale a una vicenda intrisa di cupezza, misticismo e conflitto (tra fede e scienza, tra realtà e finzione, ma anche, indirettamente, tra Irlanda e Inghilterra), accentuati dai toni freddi della splendida fotografia di Ari Wegner. Il film procede a un passo ben cadenzato e fa generalmente un buon lavoro nel mantenere alta la tensione, anche grazie a musiche inquietanti e a lenti zoom che sembrano quasi simulare un cauto e timoroso avvicinamento alla scena da parte dello spettatore; tuttavia non si concede di osare troppo dal punto di vista stilistico, rinunciando a una rappresentazione visivamente e simbolicamente evocativa dei traumi vissuti sia da Anna che da Lib. La spiazzante rottura della quarta parete che Lelio adotta per veicolare il suo messaggio, esplicitando l’inganno finzionale che si cela dietro il film e, di conseguenza, dietro la storia da cui a sua volta è composto, è un’idea buona ma che non risulta del tutto convincente nella sua realizzazione. Florence Pugh, ormai volto ricorrente nel cinema tensivo degli ultimi anni, regala una performance avvincente. 
Maximal Interjector
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