Sicilia. Insofferente alle restrizioni genitoriali, la giovane Anna (Giulia Fossà) tenta di emanciparsi adattandosi all'atteggiamento moderno di alcune compagne. Verrà confinata a casa di una zia adultera (Angela Molina) e di uno zio violento e pedofilo (Pino Colizzi), da cui subirà molestie.

Dall'omonimo romanzo di Lara Cardella, un dramma pseudofemminista diretto da Maurizio Ponzi, anche sceneggiatore con Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Bruno Garbuglia e Roberto Ivan Orano. L'arretratezza tipicamente meridionale, la forzata sottomissione della donna, la necessità di una ribellione per affrancarsi dal giogo patriarcale: temi tanto ambiziosi (e disturbanti: basti pensare alle devianze sessuali dello zio) quanto mediocri in un film che fa dello stereotipo la sua principale ragione d'essere. La realizzazione sciatta (più da soap opera che da pellicola cinematografica) e i dialoghi pedestri completano il non edificante quadro; unico, vago motivo d'interesse, un cast a tratti funzionale (brava la protagonista Giulia Fossà, ottima Angela Molina nel ruolo della sfortunata Vannina). Lucia Bosé è Grazia, Natasha Hovey è Angelina. Musiche di Giancarlo Bigazzi, fotografia di Maurizio Calvesi.
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