La samaritana
Samaria
2004
Paese
Corea del Sud
Genere
Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Kim Ki-duk
Attori
Kwak Ji-min
Han Yeo-reum
Lee Eol
Kwon Hyun-min
Im Gyun-ho
Lee Jong-gil
Shin Taek-ki
Park Jung-gi
Jae-young (Han Yeo-reum) e Yeo-jin (Kwak Ji-min) sono due studentesse amiche per la pelle con un sogno: visitare l'Europa. Per accumulare i soldi necessari per il viaggio escogitano un piano: Jae-young si prostituisce, mentre Yeo-jin procura i clienti e gestisce gli appuntamenti. Un giorno però, a causa di una retata della polizia, qualcosa va storto. Il 2004 è l'anno della consacrazione per Kim Ki-duk: la partecipazione al 54° Festival del Cinema di Berlino con La samaritana e quella successiva alla 61ª Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia con Ferro 3 – La casa vuota fruttano al cineasta coreano rispettivamente un Orso e un Leone d'Argento. Due riconoscimenti alla regia quindi, che suggellano la poetica di un autore non amato in patria ma ampiamente legittimato in Occidente. Suddiviso nei capitoli Vasumitra, Samaria e Sonata, La samaritana affonda nuovamente le mani in un contesto di sopraffazione, violenza e anomala sacralità. Kim al solito osserva e non giudica, mostrando tuttavia un insolito pudore: che si tratti di sessualità o di aggressività suicida-omicida, il “gesto” viene lasciato fuori campo o solo sommariamente descritto. È una precisa scelta di stile, per non distrarre dal senso ultimo dell'allegoria: il mondo oscilla fra incomunicabilità e perversione, e per la protagonista l'unica espiazione possibile sarà una sorta di personale “evangelizzazione”. Una santificazione metaforica che mescola buddismo (la sopraccitata Vasumitra, prostituta che convertiva gli uomini che giacevano con lei) e parabola cristiana (il “buon samaritano”, esempio di compassione per il prossimo), sottolineando la potenza dell'incontro-scontro fra amore e morte, fra sacro e profano. Capace di lasciare senza fiato per la forza di alcune sequenze (finale compreso) e ben recitato dalle due giovanissime protagoniste, è un film di ottimo spessore visivo e contenutistico. Imprescindibile per capire a fondo la poetica di Kim Ki-duk.
Maximal Interjector
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