Anita (Tina Aumont) fugge un matrimonio di frivolezze e convenzioni borghesi per scappare insieme a un uomo (Gigi Proietti), pronto a svincolarsi da ogni costrizione morale.

Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs della 23ª edizione del Festival di Cannes, L'urlo è un film che denuncia ancora una volta la vocazione anarchica e anti-borghese del cinema di Tinto Brass “pre-softcorismo”. Peccato che, al di là della follia e del delirio di un viaggio a due che trova in Proietti e nella Aumont i suoi funzionali protagonisti, l'opera di Brass sia schiacciata da una pretenziosità autoriale che può permettersi entro certi limiti, che gioca con la Storia e le sue tracce materiche e con una narrazione sfalsata che ne fiacca rigore e sviluppo. Ebbe diversi problemi con la censura, e trovò distribuzione nelle sale italiane solo a partire dal 1974.
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