Nicolas (Nico Tarielashvili) è un adolescente, erede di una ricchissima famiglia dei sobborghi parigini. Ogni mattina, di nascosto dai genitori – il padre (Otar Iosseliani) è alcolizzato e recluso in una stanza della grande villa con il suo cane e il suo trenino elettrico – va a Parigi dove si impiega come lavapiatti e pulivetri in una tavola calda. Si innamora della figlia del gestore di un altro bar, e fa amicizia con uno spazzino (Philippe Bas) amante delle Harley Davidson.

Iosseliani conferma anche in questo film il suo tocco inconfondibile, trattando temi a lui da sempre molto cari: l'adolescenza con il suo carico di idealismo e speranza per il futuro, la convivialità cameratesca, lo scarto tra gli ideali di vita e la concreta realizzazione degli stessi. Lo sguardo è come sempre insieme disilluso e amorevole, sornione e svagato. I giovani protagonisti della pellicola vivono una Parigi popolata di umanissime canaglie e adulti sconfitti, come il ricco borghese alcolista interpretato dallo stesso regista. Godibile e profondo, ma eccessivamente ridondante e un po' di maniera. Il titolo originale, Adieu, plancher des vaches fa riferimento a un termine marinaresco, la “piattaforma per le vacche” è la sprezzante descrizione, appunto, della terraferma. Premio Louis Delluc 1999.
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