La porta della Cina

China Gate

Anno

Paese

Usa

Durata

97

Formato

Regista

Durante la guerra in Indocina, il sergente americano Brock (Gene Barry) ritrova la moglie Lucky Legs (Angie Dickinson), mezzosangue da cui ha avuto un figlio che non ha mai riconosciuto. La donna accetterà coraggiosamente di partecipare a una pericolosa missione contro le milizie comuniste.

Dopo aver affrontato il tema della guerra in Corea in fiamme e ne I figli della gloria (entrambi del 1951), Samuel Fuller torna allo stesso genere e all'ambientazione asiatica, raccontando un altro crudo capitolo quale il conflitto francese in Vietnam (ironia della sorte, senza sapere che quello stesso terreno di battaglia avrebbe coinvolto gli americani solo pochi anni dopo). L'intento propagandistico è evidente, in uno scenario manicheo che rappresenta le armate di Ho Chi Min come crudeli e insensibili e “i nostri” stigmatizzati a eroi dalla forte moralità. Eppure, dietro la patina di un dramma bellico stilisticamente non più che discreto, Fuller mette a fuoco temi difficili che sintetizza con una maturità notevole: trattare con tale profondità il matrimonio misto e le sottigliezze del razzismo occidentale non era cosa da tutti, alla fine degli anni Cinquanta. Splendida Angie Dickinson in un grande ritratto di donna, interessante la dimensione corale multietnica. Bravo Nat King Cole (Goldie), in uno dei suoi rari ruoli in cui non si limita a cantare e a interpretare se stesso.
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