Il grande uno rosso
The Big Red One
Durata
113
Formato
Regista
La Seconda guerra mondiale dal punto di vista di cinque uomini della Prima Divisione di Fanteria dell'esercito americano: il sergente Possum (Lee Marvin) e i soldati Griff (Mark Hamill), Zab (Robert Carradine), Vinci (Bobby Di Cicco) e Johnson (Kelly Ward). Dal nord Africa alla Sicilia, dal D-Day alla drammatica scoperta dei campi di concentramento nazisti.
Samuel Fuller torna per l'ultima volta al cinema bellico, il genere a lui probabilmente più congeniale, in quella che resta la sua pellicola più celebre oltre che la più autobiografica. Ogni momento del film, come dell'omonimo libro da lui scritto, è infatti direttamente ispirato alla sua esperienza nel Grande Uno Rosso durante il secondo conflitto mondiale, che rievoca con tutto lo sconvolgente realismo tipico del suo cinema vigoroso e diretto (all'epoca era anche reporter e fu tra i primi a filmare i lager). Senza giudizi o facili esaltazioni dell'eroismo militare, Fuller costruisce una sinfonia della battaglia e della morte narrata in prima persona dall'alter ego Zab, affidandosi alla straordinaria iconicità di Lee Marvin (non a caso, un ex marine) e a giovani volti del cinema americano (il Robert Carradine fratello di David e Keith, il Mark Hamill già Luke Skywalker nella saga di Star Wars). La sequenza nel lager di Falkenau è di straordinaria potenza: pochi registi hanno saputo rappresentare altrettanto efficacemente la crudeltà e l'inesorabilità della Storia. La pellicola passò in concorso al 33° Festival di Cannes.
Samuel Fuller torna per l'ultima volta al cinema bellico, il genere a lui probabilmente più congeniale, in quella che resta la sua pellicola più celebre oltre che la più autobiografica. Ogni momento del film, come dell'omonimo libro da lui scritto, è infatti direttamente ispirato alla sua esperienza nel Grande Uno Rosso durante il secondo conflitto mondiale, che rievoca con tutto lo sconvolgente realismo tipico del suo cinema vigoroso e diretto (all'epoca era anche reporter e fu tra i primi a filmare i lager). Senza giudizi o facili esaltazioni dell'eroismo militare, Fuller costruisce una sinfonia della battaglia e della morte narrata in prima persona dall'alter ego Zab, affidandosi alla straordinaria iconicità di Lee Marvin (non a caso, un ex marine) e a giovani volti del cinema americano (il Robert Carradine fratello di David e Keith, il Mark Hamill già Luke Skywalker nella saga di Star Wars). La sequenza nel lager di Falkenau è di straordinaria potenza: pochi registi hanno saputo rappresentare altrettanto efficacemente la crudeltà e l'inesorabilità della Storia. La pellicola passò in concorso al 33° Festival di Cannes.