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La collezionista
La collectionneuse
Durata
89
Formato
Regista
Il mercante d'arte Adrien (Patrick Bauchau) e l'amico pittore Daniel (Daniel Pommereulle) trascorrono una vacanza all'insegna del relax in una villa in Costa azzurra. Qui si imbattono però nella bella e sfuggente Haydée (Haydée Politoff), affascinante ragazza che colleziona uomini.
Primo lungometraggio di Rohmer distribuito in Italia, il quarto "racconto morale" (terzo però in ordine cronologico) è un ménage à trois di grande libertà espressiva, in cui le pulsioni erotiche (come sempre solo suggerite) convivono con verbose disquisizioni su attrazione, desiderio e amore. Lieve e ironica, una pellicola che aggiunge un ulteriore tassello alla rappresentazione dei sentimenti all'interno del cinema di Rohmer, in cui le donne sono elementi scatenanti dell'azione, manifestando un preciso spirito di iniziativa, e gli uomini, costretti a una scelta, rivelano i loro limiti. Un ritratto intellettuale distaccato e poco coinvolgente, il cui tratto impressionista è evidente nel prologo tripartito che introduce i tre protagonisti, dove il regista francese, raffinato cultore del corpo femminile, si sofferma su alcuni sinuosi dettagli anatomici di Haydée, misteriosa e affascinante come la natura che la circonda. Primo film a colori di Rohmer, vale soprattutto per la notevole importanza dell'assolato paesaggio marittimo, colto con grande perizia dal direttore della fotografia Néstor Almendros (nonostante la povertà di mezzi). Orso d'argento al Festival di Berlino.
Primo lungometraggio di Rohmer distribuito in Italia, il quarto "racconto morale" (terzo però in ordine cronologico) è un ménage à trois di grande libertà espressiva, in cui le pulsioni erotiche (come sempre solo suggerite) convivono con verbose disquisizioni su attrazione, desiderio e amore. Lieve e ironica, una pellicola che aggiunge un ulteriore tassello alla rappresentazione dei sentimenti all'interno del cinema di Rohmer, in cui le donne sono elementi scatenanti dell'azione, manifestando un preciso spirito di iniziativa, e gli uomini, costretti a una scelta, rivelano i loro limiti. Un ritratto intellettuale distaccato e poco coinvolgente, il cui tratto impressionista è evidente nel prologo tripartito che introduce i tre protagonisti, dove il regista francese, raffinato cultore del corpo femminile, si sofferma su alcuni sinuosi dettagli anatomici di Haydée, misteriosa e affascinante come la natura che la circonda. Primo film a colori di Rohmer, vale soprattutto per la notevole importanza dell'assolato paesaggio marittimo, colto con grande perizia dal direttore della fotografia Néstor Almendros (nonostante la povertà di mezzi). Orso d'argento al Festival di Berlino.
