Dora Nelson
Durata
76
Formato
Regista
Dora Nelson (Assia Noris) è un'attrice molto viziata che, credendo di essere rimasta vedova, abbandona le riprese di un film per seguire un principe facoltoso (Nino Crisman). Suo marito (Carlo Ninchi) in realtà non è morto e, quando sul set Pierina (ancora interpretata dalla Noris) prenderà il posto di Dora poiché molto simile a lei, questi chiederà alla ragazza di “recitare” anche nella vita vera per non creare scandalo. Tra i due sorgerà così un forte sentimento.
Mario Soldati esordisce nella regia in solitaria (sino ad allora aveva sempre lavorato in coppia con altri autori) con un film decisamente riuscito e godibile. Tratto da una commedia teatrale, Dora Nelson non risente dell'impianto da palcoscenico poiché si avvale di uno stile dinamico e frizzante, capace di tener sempre viva l'attenzione dello spettatore e divertendolo con sequenze comiche precise e riuscite, tutte giocate sull'alternanza dei caratteri, sul ribaltamento dei punti di vista, sull'intrecciarsi ludico e drammatico di vita e palcoscenico, realtà e finzione, simulazione artefatta e pulsione autentica. In particolare, è da apprezzare la satira che il regista muove contro il mondo del cinema, abitato da dive viziate e personaggi insoliti, il più delle volte obliqui e moralmente deteriori. Soldati dirige il tutto con un tocco delicato ma al tempo stesso graffiante, guidando adeguatamente gli attori in scena e gestendo al meglio il velo d'ironia sempre presente lungo tutta la durata della pellicola, incline a offrire più chiavi di lettura e a moltiplicare le implicazioni dell'opera. Curiosità: appare per la prima volta sullo schermo Massimo Girotti.
Mario Soldati esordisce nella regia in solitaria (sino ad allora aveva sempre lavorato in coppia con altri autori) con un film decisamente riuscito e godibile. Tratto da una commedia teatrale, Dora Nelson non risente dell'impianto da palcoscenico poiché si avvale di uno stile dinamico e frizzante, capace di tener sempre viva l'attenzione dello spettatore e divertendolo con sequenze comiche precise e riuscite, tutte giocate sull'alternanza dei caratteri, sul ribaltamento dei punti di vista, sull'intrecciarsi ludico e drammatico di vita e palcoscenico, realtà e finzione, simulazione artefatta e pulsione autentica. In particolare, è da apprezzare la satira che il regista muove contro il mondo del cinema, abitato da dive viziate e personaggi insoliti, il più delle volte obliqui e moralmente deteriori. Soldati dirige il tutto con un tocco delicato ma al tempo stesso graffiante, guidando adeguatamente gli attori in scena e gestendo al meglio il velo d'ironia sempre presente lungo tutta la durata della pellicola, incline a offrire più chiavi di lettura e a moltiplicare le implicazioni dell'opera. Curiosità: appare per la prima volta sullo schermo Massimo Girotti.