Un gruppo di amiche segue Olivia (Chiara Conti) nella sua casa d'infanzia in mezzo a un'isola per tentare di seguire una dieta a base di acqua per una settimana. La ragazza comincia a mostrare qualche stranezza e a isolarsi dalle altre, dedicandosi sempre di più alla scrittura del suo diario, e, nel frattempo, inquietanti fenomeni cominciano a manifestarsi.

Con H2Odio, Alex Infascelli tenta un esperimento inedito sul mercato italiano, distribuendo il film direttamente nelle edicole ed evitando il passaggio in sala per protesta verso un sistema standardizzato. Nelle intenzioni il lungometraggio avrebbe dovuto essere liberamente costruito sulla sua personalissima visione, rifacendosi al cinema di genere e privo dei condizionamenti provenienti dall'ingerenza dei produttori, ma il risultato è piuttosto discutibile. La struttura narrativa è povera e ridotta all'osso, con pochi colpi di scena, peraltro prevedibili, mentre lo sviluppo del racconto è confusionario e poco intrigante, così come trascurabile è l'interpretazione scolastica delle protagoniste. Alcuni risvolti crudi e orrorifici sono gratuiti, quasi il regista volesse fare sfoggio delle proprie capacità, perdendo però di vista l'insieme: senza compattezza né coesione, il film finisce presto per annoiare, producendo più sbadigli che brividi.
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