Hit Man – Killer per caso

Hit Man

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

113

Formato

New Orleans. Gary Johnson (Glen Powell), compassato docente universitario dalla sciatta quotidianità, all'occorrenza si cala anche nel ruolo del sicario sotto copertura per conto della polizia, con il compito di far uscire allo scoperto coloro che lo assoldano come killer. I problemi iniziano quando infrange il protocollo per aiutare una donna disperata (Adria Arjona) che cerca di scappare da un fidanzato violento.

Nome di punta della commedia indipendente a stelle e strisce, Richard Linklater dimostra, ancora una volta, una notevole padronanza del genere e dà vita a una spassosissima comedy che procede spedita e ritmata come meglio non si potrebbe. L'umorismo, caustico e intelligente, è l'elemento centrale che colpisce d'impatto e fa sì che ci si lasci trasportare in godibili situazioni paradossali, ma andando dietro la superficie emerge una interessante riflessione sul concetto di identità e su quanto la nostra personalità possa o meno cambiare consapevolmente per esplorare nuove esperienze. Le due vite complementari di Gary/Ron permettono a Linklater di lavorare con i generi, giocando con i topoi dei classici del noir ma concentrandosi anche su dinamiche inedite all'interno della commedia sentimentale. Quanto si conoscono fino in fondo le persone, soprattutto quando ci sino in gioco sentimenti come l'amore? A questa domanda il regista e sceneggiatore di Houston risponde con efficaci riflessioni esistenziali, a cui affianca riuscite incursioni nel territorio della screwball comedy, come succede, ad esempio, nella riuscitissima sequenza della lite simulata con il "copione" scritto sullo schermo dello smartphone. Interessante come il film si conceda anche parentesi quasi pulp, come se si volesse tastare il polso sull'assuefazione alla violenza sia dal punto di vista della rappresentazione cinematografica (in chiave apertamente dissacratoria), sia dal punto di vista della sua presenza nel tessuto sociale americano. Linklater ha dichiarato di essersi ispirato a un articolo letto in passato sulla rivista Texas Monthly, riguardante un fatto di cronaca nera veramente accaduto. Ma, come esplicitato nella didascalia iniziale, siamo di fronte a fatti "più o meno" reali: quello che conta è la finzione alla base del cinema. Un film che intrattiene e diverte, recitato alla grande. Certo, nulla di straordinario, anche perché il film rischia di scoprire i propri assi fin troppo in anticipo, ma avercene di intrattenimento così brillante e per nulla dozzinale. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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