Apollo 10 e mezzo

Apollo 10 1/2: A Space Age Adventure

Anno

Paese

Usa

Durata

97

Formato

Houston, Texas, estate del 1969. Lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 è atteso con grande trepidazione da milioni di spettatori. Tra questi c’è un ragazzino, Stan, che vive vicino alla sede della NASA e sogna di poter viaggiare un giorno nello spazio, partecipando a una missione segreta...

La vita è un sogno: così si intitolava, nella versione italiana, uno dei primi film di Richard Linklater, datato 1993 (il titolo originale era Dazed and Confused), che era già una dichiarazione d’intenti di quella che sarà la base del suo cinema. Vita e sogno, realtà e finzione, ricordi e fantasie si mescolano in questo grande lungometraggio profondamente simbolico, in cui la scelta dell’animazione e del rotoscope in particolare (tecnica a cui Linklater torna dopo Waking Life e A Scanner Darkly) è perfettamente funzionale a un racconto nel tempo i cui confini sono poco nitidi e in cui l’immaginazione diventa ben più preponderante della cronaca dei fatti. Non è un caso che la notevole conclusione si avvii a essere tale quando i genitori del protagonista (un ragazzino fortemente ispirato a Linklater, nato anche lui a Houston nel 1960) parlano degli effetti che fa la memoria: ti sembra di ricordare di aver visto cose che non ti sei mai trovato davanti agli occhi. Ed è un po’ l’effetto che fa l’intero film, capace di farci ricordare esperienze che non abbiamo mai vissuto, attraversando gli Stati Uniti degli anni Sessanta e utilizzando magnificamente il rotoscope anche per i filmati di repertorio e gli interventi televisivi di personaggi famosi. Distribuito direttamente su Netflix, Apollo 10 e mezzo è il racconto di formazione di un ragazzino che sta crescendo, perfetta sineddoche di un’intera nazione ancora infantile che pensava con l’arrivo sulla Luna di potersi definire finalmente adulta. Mescolando ironia e malinconia, Linklater firma uno dei tasselli più significativi della sua carriera, dimostrandosi ancora una volta un narratore impressionante, grazie anche a una splendida colonna sonora e a una voce narrante (quella di Stan da adulto, interpretato da Jack Black nella versione originale) che ci accompagna costantemente lungo i cambiamenti storici e personali, collettivi e individuali. La voce di un amico che ci fa ricordare un passato che non abbiamo mai vissuto.   
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