Spezzoni di una giornata in cui si incontrano vari personaggi, ognuno con una propria storia da raccontare: chi elabora teorie del complotto legate all’omicidio JFK, chi cerca di vendere un pap-test effettuato da Madonna e chi crede di vivere in un sogno.



Primo film di Richard Linklater distribuito nelle sale (il precedente It's Impossible to Learn to Plow by Reading Books non ottenne una vasta visibilità), Slacker è un dignitoso esordio, affatto timido, che racconta la Generazione X, quella dei cosiddetti fannulloni, con disinvoltura e uno stile ancora acerbo che in futuro verrà affinato e ampliato. Linklater non articola nessuna trama ma compone un mosaico ricco, anche se a tratti ripetitivo, di situazioni volte a descrivere una precisa fascia di pubblico, più vicina alla macchia confusa dei tipici college americani che a una classe sociale ben marcata. Alcune di queste, come quella in cui appare lo stesso regista, sono degne d’attenzione, altre risultano un po’ superflue. All’epoca dell’uscita Roger Ebert lo sintetizzò con un’efficacia rara: «Impossibile da descrivere, ma chiaro come il giorno». Ancora inedito in Italia.
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