Un'attrice teatrale (Adriana Asti) si innamora di un collega (Luigi Diberti) e abbandona il regista (Jean-Marc Bory) al quale era legata. Drammi, ripensamenti e colpi di scena creeranno non poca confusione tra finzione e realtà.

Esordio registico per Maurizio Ponzi, ex critico cinematografico e assistente di Pier Paolo Pasolini, che dirige e sceneggia (con Eduardo De Gregorio) un dramma metacinematografico vagamente ispirato a I fanatici di Robet Musil. L'interscambio tra vita vera e vita recitata, emblema del caos (sentimentale e non solo) contemporaneo: le ambizioni sono pindariche, il risultato assai modesto, caratterizzato da uno sviluppo agonizzante e da dialoghi inevitabilmente soporiferi. Cast ingessato e visione assai probante; anche se, date le premesse, ci si poteva aspettare un pizzico di presunzione in più. Fotografia di Angelo Barcella. Pardo d'oro al Festival di Locarno.
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