
Les Âmes fortes
Les Âmes fortes
Durata
120
Formato
Regista
Un gruppo di signore rievoca le vicende di Thérèse (Laetitia), presente anche a lei al consesso delle donne. Thérèse, incinta, lascia la campagna insieme al compagno Firmin (Frédéric Diefenthal). La donna è convinta di poter far valere le proprie ragioni su chiunque, ma i suoi rapporti con gli altri, compresi quelli con Firmin, subiranno non pochi contraccolpi.
Film inamidato e piuttosto imbalsamato diretto col pilota automatico e con un ritmo spesso molto al di sotto del livello di guardia dal cineasta cileno Raoul Ruiz. A partire da un romanzo di Jean Giono, il lavoro di Ruiz è talmente smorto e anchilosato nell’impostazione e nella struttura da far rimpiangere a più riprese parentesi ben più ragguardevoli e degne di nota della filmografia dell’autore, che qui appaiono lontani anni luce. Il personaggio principale, donna tanto lieve e avvenente quanto problematica e ambigua, è una spina dorsale altrettanto inconsistente e inerme per un film quasi sempre debole e non pervenuto. La freddezza non è stemperata né dall’uso della voce off, piuttosto gravosa e onnipresente, né dalla diligente cura dei costumi. Si salva giusto qualche sparuta prova d’attore, su tutte quella di John Malkovich, e la significativa fotografia firmata da Eric Gautier.
Film inamidato e piuttosto imbalsamato diretto col pilota automatico e con un ritmo spesso molto al di sotto del livello di guardia dal cineasta cileno Raoul Ruiz. A partire da un romanzo di Jean Giono, il lavoro di Ruiz è talmente smorto e anchilosato nell’impostazione e nella struttura da far rimpiangere a più riprese parentesi ben più ragguardevoli e degne di nota della filmografia dell’autore, che qui appaiono lontani anni luce. Il personaggio principale, donna tanto lieve e avvenente quanto problematica e ambigua, è una spina dorsale altrettanto inconsistente e inerme per un film quasi sempre debole e non pervenuto. La freddezza non è stemperata né dall’uso della voce off, piuttosto gravosa e onnipresente, né dalla diligente cura dei costumi. Si salva giusto qualche sparuta prova d’attore, su tutte quella di John Malkovich, e la significativa fotografia firmata da Eric Gautier.