
Tre vite e una sola morte
Trois vies et une seule mort
Durata
123
Formato
Regista
Tre uomini interpretati da un unico personaggio (Marcello Mastroianni): un uomo esce di casa, entra in un'altra casa e ci resta per oltre un ventennio; un professore di antropologia della Sorbona si mette a fare il clochard a Pigalle, dove si innamora; un uomo d'affari tira fuori dal cilindro una seconda famiglia.
Ruiz firma un'opera dal sapore inevitabilmente senile, piena di svagatezza e buoni sentimenti, ostinatamente esile e incline a costruire intorno a Mastroianni, ago della bilancia e triplo interprete, un compendio filosofico e morale semplicistico e all'acqua di rose, che non giunge a conclusioni significative e si limita a una blanda messa in gioco dei valori, tutti borghesi, della certezza e della prevedibilità d'intenti. La mano del regista è ancora singolare e originale, oltre che capace di passare da una tonalità all'altra senza far subire allo spettatore il trauma dovuto a tale frizione e a tale mutamento repentino. Ma la vena scriteriata e surrealista di un tempo appare in questo caso mal dosata, ormai fuori tempo massimo. In altre parole un film affettuoso e volendo anche elegante, che però si perde nelle nebbie dell'esercizio di stile impalpabile. Nanni Moretti, che aveva offerto a Ruiz un ruolo piccolo ma memorabile in Palombella rossa (1989), appare qui in un cameo non accreditato: favore restituito.
Ruiz firma un'opera dal sapore inevitabilmente senile, piena di svagatezza e buoni sentimenti, ostinatamente esile e incline a costruire intorno a Mastroianni, ago della bilancia e triplo interprete, un compendio filosofico e morale semplicistico e all'acqua di rose, che non giunge a conclusioni significative e si limita a una blanda messa in gioco dei valori, tutti borghesi, della certezza e della prevedibilità d'intenti. La mano del regista è ancora singolare e originale, oltre che capace di passare da una tonalità all'altra senza far subire allo spettatore il trauma dovuto a tale frizione e a tale mutamento repentino. Ma la vena scriteriata e surrealista di un tempo appare in questo caso mal dosata, ormai fuori tempo massimo. In altre parole un film affettuoso e volendo anche elegante, che però si perde nelle nebbie dell'esercizio di stile impalpabile. Nanni Moretti, che aveva offerto a Ruiz un ruolo piccolo ma memorabile in Palombella rossa (1989), appare qui in un cameo non accreditato: favore restituito.