Il wrestler Christian (Christian LeBlanc), dopo la morte della moglie, decide di fuggire e raggiunge Rondisson, remoto villaggio di quattrocento anime a 1500 km a nord di Montréal.
Dopo una serie di cortometraggi, il canadese Denis Coté, proveniente dalla critica, esordisce con un film sfuggente e rarefatto, che contamina il documentario sull’isolata piccola comunità di Rondisson alla finzione del viaggio come rielaborazione del lutto e recupero di sé, realizzando un’opera probabilmente più originale nelle intenzioni che nei risultati. Non mancano momenti estremamente affascinanti, in cui già si mostra la capacità del regista – affinata nei film successivi – di fotografare ambienti e paesaggi e di renderli metafora della condizione interiore, ma in generale i due toni non sono ben amalgamati e rimane più di un sospetto sull'eccessivo compiacimento e su una certa pretenziosità. Non eccelso, ma comunque promettente. I cittadini di Rondisson recitano nel ruolo di loro stessi. Pardo d'oro della sezione Video a Locarno, ex-aequo con Masahista (2005) di Brillante Mendoza.
Dopo una serie di cortometraggi, il canadese Denis Coté, proveniente dalla critica, esordisce con un film sfuggente e rarefatto, che contamina il documentario sull’isolata piccola comunità di Rondisson alla finzione del viaggio come rielaborazione del lutto e recupero di sé, realizzando un’opera probabilmente più originale nelle intenzioni che nei risultati. Non mancano momenti estremamente affascinanti, in cui già si mostra la capacità del regista – affinata nei film successivi – di fotografare ambienti e paesaggi e di renderli metafora della condizione interiore, ma in generale i due toni non sono ben amalgamati e rimane più di un sospetto sull'eccessivo compiacimento e su una certa pretenziosità. Non eccelso, ma comunque promettente. I cittadini di Rondisson recitano nel ruolo di loro stessi. Pardo d'oro della sezione Video a Locarno, ex-aequo con Masahista (2005) di Brillante Mendoza.