Tommaso (Massimo Girotti) è un giovane pugile italiano che parte per l'America in cerca di fortuna. Là incontrerà il fratello Amedeo (Amedeo Nazzari), costruttore edile alle prese con una banda di malfattori. Per aiutarlo a pagare una cauzione, Tommaso dovrà vincere un grande incontro di pugilato.

Concepito e prodotto durante il regime fascista, Harlem soffre di alcune restrizioni obbligate che lo portano a essere, in maniera ridondante ed eccessiva, un film di propaganda contro l'America. Gallone, però, a dispetto dei suoi due film immediatamente precedenti (Primo amore del1941 e Le due orfanelle del 1942), evita di caricare eccessivamente il patetismo del melodramma, limitando la retorica e chiudendo la pellicola con un finale che lascia allo spettatore l'amaro in bocca. L'opera tuttavia procede senza troppi picchi emotivi e, nonostante si avvalga di un soggetto piuttosto originale tratto da una novella di Giuseppe Achille, gira a vuoto, senza riuscire a raccogliere quanto ha seminato. Gallone si avvale di una regia curata ma non indimenticabile, eccezion fatta per l'incontro di pugilato, realizzato in maniera davvero notevole. Nel film c'è spazio anche per un cameo di Primo Carnera.
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