
Il romanzo di Thelma Jordon
The File on Thelma Jordon
Durata
100
Formato
Regista
Thelma Jordon (Barbara Stanwyck), d'accordo con il suo amante Tony (Richard Rober), si trasferisce a casa di una ricca zia per circuirla e derubarla. Una notte, sorpresa dalla zia a frugare nella cassaforte, Thelma la uccide: per salvarsi chiede aiuto a un giovane procuratore (Wendell Corey) che nel frattempo si è innamorato di lei. Thelma viene assolta, ma c'è ancora Tony in circolazione che sa tutto e inizia a ricattarla.
Noir con risvolti melodrammatici, è un film perfettamente calibrato che mette in scena una delle femme fatale più memorabili della storia del genere: Barbara Stanwyck, perfettamente a suo agio nel ruolo (basti ricordarsi il capolavoro La fiamma del peccato di Billy Wilder del 1944), dà vita a una dark lady disposta a tutto, calcolatrice e passionale che, con i mezzi meno leciti, riesce sempre a ottenere ciò che vuole. Siodmak lascia campo libero alla sua attrice protagonista e la circonda di uomini incapaci di sfuggire al suo fascino e al suo desiderio di arricchirsi. Dotato di un'ottima atmosfera e di un copione puntuale e privo di qualsiasi calo, il film deve molto anche alla perfetta fotografia di George Barnes, sinuosa al punto giusto. La sceneggiatura, impeccabile e capace di dare un taglio originale a un soggetto che poteva risultare abusato, è di Ketti Frings, che nello stesso anno firmò anche lo script de La città nera di William Dieterle e nel 1958 vinse il Premio Pulitzer con la commedia Look Homeward, Angel.
Noir con risvolti melodrammatici, è un film perfettamente calibrato che mette in scena una delle femme fatale più memorabili della storia del genere: Barbara Stanwyck, perfettamente a suo agio nel ruolo (basti ricordarsi il capolavoro La fiamma del peccato di Billy Wilder del 1944), dà vita a una dark lady disposta a tutto, calcolatrice e passionale che, con i mezzi meno leciti, riesce sempre a ottenere ciò che vuole. Siodmak lascia campo libero alla sua attrice protagonista e la circonda di uomini incapaci di sfuggire al suo fascino e al suo desiderio di arricchirsi. Dotato di un'ottima atmosfera e di un copione puntuale e privo di qualsiasi calo, il film deve molto anche alla perfetta fotografia di George Barnes, sinuosa al punto giusto. La sceneggiatura, impeccabile e capace di dare un taglio originale a un soggetto che poteva risultare abusato, è di Ketti Frings, che nello stesso anno firmò anche lo script de La città nera di William Dieterle e nel 1958 vinse il Premio Pulitzer con la commedia Look Homeward, Angel.