Sugarland Express
Sugarland Express
Durata
110
Formato
Regista
Coppia di giovani genitori (Goldie Hawn e William Atherton), spiantati e ingenui, dopo la rocambolesca fuga del marito da un centro di detenzione, si lancia in una singolare avventura on the road. Scopo della missione è recuperare il piccolo Langston, sottratto alla coppia e affidato dai servizi sociali a una senile famiglia adottiva a Sugarland, Texas. I due sono inseguiti da una interminabile carovana di auto della polizia, capeggiate da uno sceriffo che farà il tifo per i fuggiaschi fino alla fine.
Secondo lungometraggio diretto da Steven Spielberg, segue di tre anni il folgorante esordio di Duel (1971), di cui riprende la struttura del road-movie. Quel che è nuovo è il tono scelto da Spielberg per raccontare questa curiosa, piccola odissea familiare dentro le sconfinate pianure texane. Il regista, infatti, opta per un registro da commedia picaresca, in cui una complice simpatia nei confronti dei due protagonisti si fonde a un tema, quello della disgregazione familiare, che sarà sullo sfondo di tanto cinema spielberghiano. Memorabile lo sceriffo interpretato da Ben Johnson. Fotografia curata da un autentico maestro della luce come Vilmos Zsigmond. L'uso in chiave comica e surreale di un crescente numero (per un massimo di novantasei unità) di auto della polizia sarà omaggiato da John Landis in The Blues Brothers (1980), dove lo stesso Steven Spielberg compare brevemente.
Secondo lungometraggio diretto da Steven Spielberg, segue di tre anni il folgorante esordio di Duel (1971), di cui riprende la struttura del road-movie. Quel che è nuovo è il tono scelto da Spielberg per raccontare questa curiosa, piccola odissea familiare dentro le sconfinate pianure texane. Il regista, infatti, opta per un registro da commedia picaresca, in cui una complice simpatia nei confronti dei due protagonisti si fonde a un tema, quello della disgregazione familiare, che sarà sullo sfondo di tanto cinema spielberghiano. Memorabile lo sceriffo interpretato da Ben Johnson. Fotografia curata da un autentico maestro della luce come Vilmos Zsigmond. L'uso in chiave comica e surreale di un crescente numero (per un massimo di novantasei unità) di auto della polizia sarà omaggiato da John Landis in The Blues Brothers (1980), dove lo stesso Steven Spielberg compare brevemente.