Love Streams
Love Streams
Premi Principali
Orso d'oro al Festival di Berlino 1984
Durata
141
Formato
Regista
Robert (John Cassavetes) e Sarah (Gena Rowlands) sono fratello e sorella e condividono una prostrazione psicologica che li rende più vicini l'uno all'altro di quanto non siano. Lui è un noto scrittore erotico inconsistente e in lotta con se stesso, lei è imprigionata in un andirivieni senza sosta tra centri e strutture psichiatriche.
Uno dei film più frastagliati di John Cassavetes, un congegno generoso ma un po' sterile, poco dosato e ancor meno armonico, come una scultura sbozzata o un pentagramma lasciato a metà. Il cinema del regista si riscopre in cerca di una vitalità da rilanciare, memore di un passato glorioso: è solo il suo penultimo lavoro, ma man mano che si avvicina alla linea di confine tra maturità e senilità (anagraficamente ancora lontana) Cassavetes sembra avvertire l'esigenza di un rinnovamento su corde se possibile ancor più tese del passato. Tanti i punti di contatto con La sera della prima (1977), a cominciare dalla derivazione teatrale (il film viene da una pièce di Ted Allan), ma anche un insieme che non riesce a replicare l'atmosfera in qualche modo definitiva che abitava il film precedente. Orso d'Oro a Berlino, a riprova di una tendenza un po' malsana a tributare a Cassavetes grandi riconoscimenti solo nell'ultima parte di una carriera vissuta in tono minore, dopo anni di sublimi opere ai margini.
Uno dei film più frastagliati di John Cassavetes, un congegno generoso ma un po' sterile, poco dosato e ancor meno armonico, come una scultura sbozzata o un pentagramma lasciato a metà. Il cinema del regista si riscopre in cerca di una vitalità da rilanciare, memore di un passato glorioso: è solo il suo penultimo lavoro, ma man mano che si avvicina alla linea di confine tra maturità e senilità (anagraficamente ancora lontana) Cassavetes sembra avvertire l'esigenza di un rinnovamento su corde se possibile ancor più tese del passato. Tanti i punti di contatto con La sera della prima (1977), a cominciare dalla derivazione teatrale (il film viene da una pièce di Ted Allan), ma anche un insieme che non riesce a replicare l'atmosfera in qualche modo definitiva che abitava il film precedente. Orso d'Oro a Berlino, a riprova di una tendenza un po' malsana a tributare a Cassavetes grandi riconoscimenti solo nell'ultima parte di una carriera vissuta in tono minore, dopo anni di sublimi opere ai margini.