Gli esclusi

In una struttura dedicata ai bambini con problemi psichiatrici, i modi della dottoressa Jean Hansen (Judy Garland) cozzano aspramente con le metodiche del più inflessibile direttore, il dottor Clark (Burt Lancaster). Tanto la prima è comprensiva e rabbonita, tanto il secondo è ostile a qualsiasi forma di coinvolgimento umano nel rapportarsi ai piccoli pazienti.

Al suo terzo film, John Cassavetes si pone nuovamente a metà strada tra le istanze di un rinnovamento radicale e degli accorgimenti più classici, che fossero garanzia di solidità e riscontro commerciale per i produttori. Il regista, parecchio demotivato dopo l'insuccesso di Blues troppo tardivo (1961), impose venti bambini provenienti dal Pacific State Hospital di Pomona, a riprova di un'urgenza di realismo e verità mai doma. Lo spaccato sulla crudeltà di un microcosmo medico produce un risultato in parte ancora acerbo ma di discreta tensione civile e saggistica, anche se con qualche sociologismo di troppo e alcuni momenti dissonanti e sgraziati. Il montaggio fu completato dal produttore Stanley Kramer, deciso a imporre al film un taglio più sentimentalista rispetto al tipo di lavoro portato avanti da Cassavetes. Il regista ne soffrì molto e i due vennero addirittura alle mani. Prima apparizione della grandissima Gena Rowlands in una pellicola del marito.