Seconda guerra mondiale: il tranviere Gennaro Iovine (Eduardo De Filippo) viene deportato in Germania come prigioniero. Al suo ritorno troverà una famiglia disintegrata dal mercato nero, dalla malavita, dalle delusioni degli alleati e dal pericolo di morte.

Eduardo porta al cinema la sua commedia omonima, andata in scena nel '45 a guerra ancora in corso. Conservando un identico impianto, a cinque anni di distanza, tuttavia il drammaturgo interviene su alcuni aspetti: ad esempio, scinde il suo ruolo per regalarne la parte “comica” a Totò (che parteciperà in via gratuita, come omaggio all'amicizia che li lega), comunque in un ruolo più realisticamente controllato del solito. Piccole variazioni si notano nel finale, per il personaggio di Amedeo: Eduardo chiude con un taglio più amaro, che lascia comunque aperta la porta della speranza e della riabilitazione. Notevole nel ritmo ed efficace nei contenuti, il film riesce a coniugare con grande efficacia il registro comico e quello drammatico. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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