Nessuno resta solo

Lucas “Luke” Marsh (Robert Mitchum) è un promettente studente di medicina, ma rimane indebitato a causa dell'alcolismo del padre. Di temperamento freddo e dai solidi ideali, sposa la ricca infermiera Kristina Hedvigson (Olivia de Havilland) che lo mantiene fino alla laurea. Una volta raggiunto l'obiettivo, l'uomo continuerà a isolarsi sempre più dai suoi affetti, rimanendo comunque un medico esemplare.

Esordio alla regia di Stanley Kramer, che confeziona un dramma a sfondo noir e sentimentale. Se da un lato il film può essere considerato apprezzabile per la solidità e la fedele ricostruzione della prassi medica, così come delle operazioni di chirurgia dell'epoca (con tanto di pubblico), si avverte anche una significativa pesantezza nello sviluppo narrativo, il quale procede in maniera prevedibile e schematica. Un plauso va fatto alla costruzione di una tensione palpabile, soprattutto nelle scene madri (il finale ne è un esempio evidente) e alla bellissima fotografia di Franz Planer, capace di restituire lo stato d'animo di un personaggio solo esteriormente statuario, ma la componente enfatica risulta non poco fastidiosa. Robert Mitchum e Frank Sinatra (Alfred Boone) si muovono su territori a loro familiari; Olivia de Havilland, in grado di fornire una performance da prima della classe, è quasi fastidiosa nella sua scolastica bravura. Funzionali le musiche di George Antheil; scritto da Edna ed Edward Anhalt, da un romanzo di Morton Thompson.