Metà 800: nella Russia zarista, il grande scrittore e filosofo Fëdor Dostoevskij (Miki Manojlović) è alle prese con il suo ultimo romanzo Il giocatore. Nel frattempo apprende da un suo ammiratore internato, Gusev (Filippo Timi), di un progetto d'assassinio ai danni del Granduca. Cominciano così i tentativi disperati di sventare l'attacco di matrice politica.

A diciannove anni dall'ultimo lungometraggio Tempo di uccidere (1989), Giuliano Montaldo torna dietro la macchina da presa, focalizzando la propria attenzione su una delle figure più importanti e discusse della cultura europea. Purtroppo l'atmosfera suggestiva e il fascino del soggetto svaniscono presto, a causa di una confezione televisiva, di una sceneggiatura piena di buchi e di un tentativo di approfondimento psicologico sul personaggio principale alquanto maldestro. Si salva in parte la fotografia curata da Arnaldo Catinari.
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