
Possession
Possession
Premi Principali

Premio per la miglior attrice al Festival di Cannes 1981
Durata
124
Formato
Regista
Berlino. Mark (Sam Neill) è nel pieno di una crisi matrimoniale con la moglie Anna (Isabelle Adjani), la quale lo tradisce con Heinrich (Heinz Bennent). Tra un litigio e l'altro, incontra la maestra del figlio, Helen (Isabelel Adjani), sosia di Anna, e scopre che i segreti della moglie sono molto più cupi del previsto.
Censuratissima opera di surrealismo, nichilismo e ateismo radicale, Possession è il film più citato e controverso del polacco Żuławski, celebre anche per vantare la più intensa interpretazione di Isabelle Adjani, giustamente premiata a Cannes, che recita con notevoli picchi di isterismo esoterico. Horror politico dai risvolti quasi satanici e lovecraftiani, ostenta uno stile registico schizofrenico che appare funzionale e riesce spesso a turbare seppur, a tratti, i cervellotici virtuosismi appaiano a dir poco irritanti. Il risultato è un esempio di cinema estremo e radicale, dalla linea narrativa spesso macchinosa ma di indubbio fascino, in cui, al termine di un'incessante discesa nel delirio, la sequenza più significativa è il notevole finale apocalittico. Il regista ha affermato che il film, mostro incluso, sia tratto dalla vera storia della sua crisi matrimoniale. Definita da David Lynch, nel 2006: «La pellicola più completa degli ultimi trent'anni».
Censuratissima opera di surrealismo, nichilismo e ateismo radicale, Possession è il film più citato e controverso del polacco Żuławski, celebre anche per vantare la più intensa interpretazione di Isabelle Adjani, giustamente premiata a Cannes, che recita con notevoli picchi di isterismo esoterico. Horror politico dai risvolti quasi satanici e lovecraftiani, ostenta uno stile registico schizofrenico che appare funzionale e riesce spesso a turbare seppur, a tratti, i cervellotici virtuosismi appaiano a dir poco irritanti. Il risultato è un esempio di cinema estremo e radicale, dalla linea narrativa spesso macchinosa ma di indubbio fascino, in cui, al termine di un'incessante discesa nel delirio, la sequenza più significativa è il notevole finale apocalittico. Il regista ha affermato che il film, mostro incluso, sia tratto dalla vera storia della sua crisi matrimoniale. Definita da David Lynch, nel 2006: «La pellicola più completa degli ultimi trent'anni».