
Il rapporto Pelican
The Pelican Brief
Durata
141
Formato
Regista
Darby Shaw (Julia Roberts), studentessa di legge, compila un rapporto sulla morte sospetta di due giudici della Corte Suprema, che presuppone un coinvolgimento di grandi potenze industriali atte a finanziare la campagna del Presidente degli Stati Uniti. Ben presto la donna entra nel mirino dell'FBI: ad aiutarla, solo il giornalista Gray Grantham (Denzel Washington).
Tratto dall'omonimo romanzo di John Grisham ed ennesima trasposizione di uno scrittore forse eccessivamente saccheggiato dal cinema, Il rapporto Pelican è un thriller che mixa poliziesco, investigazioni e fantapolitica paranoica, come ai vecchi tempi della migliore stagione produttiva di Alan J. Pakula. Ma gli anni sono passati, e si vede: nonostante un buon Denzel Washington e un ottimo parterre di comprimari, da Stanley Tucci (Khamel) a John Lithgow (Smith Keen), il film appare macchinoso e confuso nonostante la linearità dell'intreccio. Il risultato è minato da una suspense debole che incide sull'eleganza dello stile registico: durata prolissa e qualche cliché di troppo, disseminato tra dialoghi lunghi e non sempre credibili, con annesso finale insoddisfacente perché troppo sospeso. L'accumulo di tensione e interrogativi avrebbe meritato una più sostanziosa ricompensa narrativa. Volenteroso ma incerto. Tra i dieci migliori incassi dell'annata 1993-1994.
Tratto dall'omonimo romanzo di John Grisham ed ennesima trasposizione di uno scrittore forse eccessivamente saccheggiato dal cinema, Il rapporto Pelican è un thriller che mixa poliziesco, investigazioni e fantapolitica paranoica, come ai vecchi tempi della migliore stagione produttiva di Alan J. Pakula. Ma gli anni sono passati, e si vede: nonostante un buon Denzel Washington e un ottimo parterre di comprimari, da Stanley Tucci (Khamel) a John Lithgow (Smith Keen), il film appare macchinoso e confuso nonostante la linearità dell'intreccio. Il risultato è minato da una suspense debole che incide sull'eleganza dello stile registico: durata prolissa e qualche cliché di troppo, disseminato tra dialoghi lunghi e non sempre credibili, con annesso finale insoddisfacente perché troppo sospeso. L'accumulo di tensione e interrogativi avrebbe meritato una più sostanziosa ricompensa narrativa. Volenteroso ma incerto. Tra i dieci migliori incassi dell'annata 1993-1994.