Perché un assassinio

Tre anni dopo l'assassinio di un senatore e il via libera della commissione d'inchiesta, il giornalista Joseph Frady (Warren Beatty) indaga sulla morte di una collega (Paula Prentiss) che indagava sul caso: scoprirà il coinvolgimento della Parallax Corporation, un'agenzia di killer.

Giornalismo investigativo e oscurantismi politici: Perché un assassinio, visto in prospettiva, costituisce per Alan J. Pakula l'antesignano di Tutti gli uomini del presidente (1976). Il riferimento alla reale situazione americana di quegli anni è identica, seppure celata da una storia e nomi leggermente variati (evidente il riferimento alla congiura contro i Kennedy e alla morte di Bob, avvenuta solo sei anni prima). Cronaca e fantapolitica si fondono per gettare ancora una volta una luce poco rassicurante sul destino statunitense e Warren Beatty rappresenta l'ennesimo antieroe, piccolo Davide contro un metamorfico Golia che si cela tra le nebbie del potere. Pakula racconta con montaggio serrato e atmosfere, luci (e soprattutto ombre) espressionistiche, quasi a rintracciare in ogni immagine le pieghe invisibili del palazzo, evocando una suspense quasi palpabile. In alcuni punti, comunque, la storia rischia di sfuggire allo spettatore, con le macchinazioni di trama che si sovrappone alla messinscena, creando non poca confusione. In ogni caso, siamo di fronte a un discreto esempio di cinema civile, con una chiosa desolata e desolante. Musiche di Michael Small, fotografia di Gordon Willis.