Philadelphia. Due fratelli orfani (Matthew Modine e Kevin Anderson), uno violento ai limiti della psicopatia, l'altro minorato, si ingegnano come possono per sbarcare il lunario. Un giorno decidono di rapire un uomo facoltoso, che si rivela però essere un gangster (Albert Finney): pericoli e colpi di scena in agguato.

Tratto dalla pièce di Lyle Kessler, anche autore della sceneggiatura con il regista Alan J. Pakula, Un ostaggio di riguardo rivela eccessivamente la sua origine teatrale: invasiva presenza di dialoghi e una certa fissità dell'azione e dell'ambientazione. I tre attori protagonisti, che offrono prove da manuale, riescono a dominare la scena e a rendere credibile lo sviluppo, ma si dimostrano la sola, labile risorsa del film, non sempre ben sfruttata. L'onestà di intenti è evidente, il risultato decisamente imperfetto: un'opera esile e inconsistente, ricolma di un fastidioso paternalismo, molto lontana dai drammi che Pakula ha diretto nel decennio precedente. Volenteroso ma trascurabile. Musiche di Michael Small, fotografia di Donald McAlpine.
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